Passaparola – La guerra di Nintendo – Generale Fabio Mini

La guerra di Nintendo
(26:30)

Quando si parla di 90 aeroplani da qui a 10 anni, si mette in piedi una capacità operativa che non avevamo neanche durante la guerra fredda. Adesso non si sa bene contro quale avversario potenziale debba essere rivolta questa forza e soprattutto non si sa bene perché nella Nato e in Europa debba ancora prevalere quel senso di avere forze armate pesanti, hard e separate se non per soddisfare così appetiti industriali e le velleità delle gerarchie nazionali. Ogni paese ha una forza armata, una marina, un esercito. In Europa abbiamo 27 nazioni, 27 eserciti, 1.880.000 soldati in servizio attivo, abbiamo più navi degli americani, più aerei da combattimento degli americani, molti più di quelli dei russi“. Generale Fabio Mini

Il Passaparola di Fabio Mini, ex – Generale NATO e saggista

Liberi di agire (espandi | comprimi)
Buongiorno a tutti gli amici del blog di Beppe Grillo e a Beppe Grillo, sono il Generale Fabio Mini, sono un Generale di Corpo d’armata in pensione, da molto tempo scrivo di argomenti militari e sono stato il comandante delle forze internazionali in Kosovo, oltre a essere stato Capo di Stato maggiore del Comando della Nato del sud Europa, proprio quando c’erano le guerre nei Balcani.
L’argomento che vorrei affrontare è quello del Disegno di Legge delega presentato dal Ministro della Difesa Di Paola in Parlamento. Questo Disegno di Legge vorrebbe che il Ministero ricevesse una delega a effettuare delle riforme alla Struttura militare. La riforma dovrebbe svilupparsi nel giro dei prossimi 12 anni, entro il 2024 ma la cosa è indicativa. Questo progetto non è collegato alla spending review che nel frattempo è andata avanti, ma dovrebbe essere impostato su quei criteri di rigore, equità, sviluppo ribaditi dal Governo. Il Disegno di Legge è già passato in Commissione al Senato a una velocità così insolita che non è successo mai neanche nei periodi di emergenze anche di carattere della sicurezza. Le forze che sostengono il Governo Monti hanno così obbedito senza tante storie al indicazioni dei leader di partito, queste indicazioni sono state chiare, bisognava approvare in fretta e senza discutere.

La fasulla spending review (espandi | comprimi)L’ammiraglio, voglio ricordare, ha guidato il Comitato militare della Nato che ha fatto di tutto per impedire qualsiasi integrazione militare europea, quindi ero curioso di vedere come avrebbe fatto a smentire sé stesso per obbedire al Presidente Monti, infatti non l’ha fatto, non si è smentito! Il Ministro della Difesa è riuscito quasi a evitare i tagli della spending review che non tocca molto le forze armate: la riduzione dei quadri dirigenti che viene annunciata è spalmata nei decenni futuri così non si può essere sicuri che toccherà marginalmente i generali veri e si concentrerà o sui “generali di cartone“, è un’espressione brutta ma efficace che si usa nel nostro ambiente. Sono quei generali che conseguono il grado all’atto del pensionamento che è un segno di riconoscenza per una carriera che è stata limitata non per loro demerito, ma proprio dalla necessità di avere una piramide gerarchica. Questa promozione simbolica è poi diventata un fatto sostanziale che ha avuto riflessi anche sulla pensione e sul bilancio pubblico, non tanto per un privilegio di casta ma per un necessario livellamento del trattamento economico dei militari con quello di altri dipendenti statali, ma è diventato un peso pubblico anche per un malcostume proprio di stampo clientelare che ha consentito il richiamo in servizio dalla pensione di questa gente con nuovo grado e nuovo stipendio; andando magari a coprire posti che erano già coperti da personale in servizio.

La Difesa contribuisce alla crescita del debito pubblico(espandi | comprimi)
Inoltre si prosegue nella strumentalizzazione degli interventi umanitari per condurre azioni di vera e propria guerra. Non si considera la progressiva restrizione degli interventi militari e occidentali in aree extraeuropee, i paesi europei fuori dall’Europa non ci vogliono andare, già fatichiamo in Europa. La Germania non vuole più avere delle avventure di questo genere, non si considera l’insofferenza di molti paesi nei riguardi di una politica così interventista che finora ha privilegiato soltanto gli strumenti hard, quelli duri, i carri armati della politica rispetto a quelli soft. L’Unione Europea e la Nato si sono allargate, ma il carico maggiore di interventigrava sempre su 4 paesi. I primi 3: Gran Bretagna, Francia e Germania si sono già di fatto sganciati da buona parte delle avventure Nato e noi invece continuiamo e stabiliamo dei principi che ci legano a filo triplo con questo tipo di concezioni che vanno bene per gli americani, se vanno bene per gli americani. Non vanno certo bene per il mondo e soprattutto non vanno bene per noi e per la nostra politica, la nostra economia. Non si tiene conto che ci sono cose che non potremmo più affidare alle nostre forze armate, non soltanto perché mancano le risorse economiche o perché non ci sono le condizioni politiche per farlo, ma perché si è compromesso in maniera irrimediabile il clima di consenso nazionale nei riguardi della politica e quindi la volontà politica di esprimere forza militare come surrogato e sostegno della politica estera.

Ps: Guido Barilla non è candidato per il M5S, né mai lo è stato