Il bosco connesso

“Stamane sono andato a fare jogging come faccio spesso in un bosco situato sulle alture di Napoli. Il bosco è talmente fitto che ogni tanto una folata di vento sposta i rami di un albero per far filtrare la luce del sole. Ero solo e talmente assorto nella natura come se ne facessi parte e ne facevo parte. Il silenzio era rotto solo dal fruscio del vento o dal movimento di qualche animale. Osservavo tronchi ed arbusti fino ad arrivare ai fiori e alle foglie. Le foglie, quelle che comunemente vediamo ogni giorno e calpestiamo d’autunno, hanno un fascino spettacolare. Mi ha colpito la perfezione delle loro simmetrie ed asimmetrie, tutto creato dalla natura, impossibile da imitare, impossibile da creare. Nell’habitat naturale ogni cosa è al suo posto, la linfa, le cortecce, i fiori, la funzione clorofilliana, l’organizzazione delle formiche e delle api e di ogni essere vivente che è ‘connesso‘ a questo misterioso sistema. Mi sono sentito piccolo,come se fossi osservato da una invisibile ma onnipresente essenza. Ho pensato allo spread, alla Merkel, a Monti e ai nostri piccoli politici, ho riso di santa ragione”. bruno pirozzi, napoli