I rinoceronti

I tre dell’Ave Maria, o meglio dell’Estrema Unzione, sono stati chiamati a rapporto, come dei chierichetti, da Rigor Montis che ha preteso “un mandato forte” per trattare con l’Europa. Lo ha chiesto a degli ectoplasmi, evocati durante un conciliabolo i cui contenuti sono stati tenuti nascosti a un Paese che assiste attonito all’avvenuta privatizzazione dello Stato. Tre partiti in via di disfacimento, che forse scompariranno dopo le prossime elezioni, hanno discusso del nostro futuro con un signore che nessuno ha eletto. Sembra una commedia dell’assurdo di Eugène Ionesco, dove i rinoceronti scorrazzano indisturbati nelle strade tra l’indifferenza delle Istituzioni che sorseggiano il tè e commentano annoiate. “Casini, una fettina di limone?“. “Monti, uno o due cucchiaini di zucchero? Di canna?” “Alfano, una goccia di latte?” “Bersani, cos’è questo rumore di zoccoli a passo di carica? Le primarie?“. I rinoceronti aumentano e disturbano la morbida e discreta conversazione. Lo spread è fuori controllo, la disoccupazione pure. Il Pil è negativo, gli introiti fiscali, come è naturale, diminuiscono, le aziende chiudono o fuggono e il debito pubblico, insieme agli interessi, aumenta. Tutto nella norma. Frasi già dette e sentite più volte da sembrare ormai scontate come quelle sul tempo.
La tenuta dell’euro è in discussione. Non lo dice solo Grillo. Soros gli dà tre mesi, Christine Lagarde, presidente dell’FMI, anche meno. Io ero leggermente più ottimista. Non sono contro l’euro in principio, ma credo che bisogna disporre per tempo di un piano in caso di uscita. Nessuno ne vuole parlare, l’euro è un tabù. Una fede. Il Governo non ci spiega costi e benefici di euro-si o euro-no. Il valore di una moneta riflette il valore dell’economia di un Paese. E’ evidente che l’economia tedesca sovrasta quella italiana. I tedeschi si ritrovano con una moneta debole con grande beneficio per le esportazioni e l’Italia, insieme ai PIGS, sempre più numerosi, con una moneta forte che li strozza giorno dopo giorno. La Germania attira i capitali europei come una calamita. Si vendono i titoli pubblici dei Pigs per comprare bund. Si spostano miliardi di euro nelle banche tedesche dai Paesi a rischio. In questo caos si prestano 100 miliardi di euro alle banche spagnole per evitarne il fallimento. In realtà prestiamo debiti creati con nuovi titoli pubblici. In termini economici cosa significa prestare un debito? Qualcuno sano di mente lo può spiegare? Siamo nell’iperspazio della ragione, la UE è fuori controllo e l’euro una cassa di dinamite con la miccia sempre più corta. E noi ci siamo seduti sopra. Fuori, intanto, i rinoceronti si moltiplicano.

P.S. Francesco Ferrara, assessore della giunta di centro-sinistra a Sondrio, non ha l’autorizzazione per l’uso del logo del Movimento 5 Stelle. E’ diffidato dall’utilizzarlo e dal parlare a nome del MoVimento 5 Stelle.