Il vivo e i morti

Rigor Montis in cinque mesi di governo è ringiovanito, l’aria di palazzo Chigi gli ha fatto bene dopo anni di panchina in Bocconi. Pdl e Pdmenoelle sembrano invece invecchiati di un secolo. Il Liquidatore Finale è sempre più vivo mentre i Gemelli del Debito Pubblico sono sempre più morti. Non hanno alternative, devono appoggiare il governo e nascondersi sotto le gonne della Governante di Varese per non finire linciati, ma più dura Monti, più loro deperiscono. Il Sistema non può però permettere che perdano il loro peso elettorale. Se Bersani dovesse scendere al 15% o Alfano al 12% si scatenerebbe una notte dei lunghi coltelli e dovrebbero ritirare la fiducia al governo. Ho il sospetto che siano entrambi già scesi sotto il 20% da mesi, ma che non possa essere divulgata la notizia. E’ più facile che un cammello passi dalla cruna di un ago che rintracciare qualcuno che dichiari che voterà Pdl o Pdmenoelle alle prossime elezioni. I sondaggi che danno il Pdl al 24,2% e il Pdmenoelle al 24,9% dove li fanno? Ad Arcore? Nelle sedi delle cooperative rosse. Questa situazione non può durare a lungo, più le tasse incideranno la carne viva degli italiani, più questi si ricorderanno che devono ai due maggiori partiti il fallimento del Paese. E’ improbabile che Pdl e Pdmenoelle, la coppia “de fero“, resistano da qui alle elezioni del 2013 con percentuali significative. E loro lo sanno.
Nel 1993 la frana del Sistema fu arrestata dal trasformismo di Forza Italia, un partito “nuovo” contenitore di ex socialisti e ex democristiani. Vent’anni dopo l’esercizio è più difficile. Il Paese è a un passo dal baratro economico. Ci proveranno comunque invocando l’emergenza. Tra un anno l’unica cosa certa è che staremo molto peggio di ora. Tra le alternative possibili: un governissimo con la fusione di fatto di Pdl e Pdmenoelle e un premio di maggioranza stratosferico, una legge elettorale che permetta a Pdl e Pdmenoelle di non fare alleanze prima del voto e di formare insieme subito dopo un governo, il rinvio delle elezioni sine die affinché Rigor Montis possa completare il suo lavoro (ipotesi perfettamente costituzionale) o brogli elettorali pianificati a tavolino. Dipende da quanto l’Italia sarà in fiamme e da quello che deciderà la BCE. Nel frattempo chi disturba il manovratore dovrà essere messo a tacere, esercizio facilissimo verso chi ha fatto parte del gioco, come Boss(ol)i e Vendola, il benefattore della Marcegaglia e di Don Verzè con soldi pubblici. I partiti stanno svanendo nell’aria come i sogni al mattino. I loro padroni non ne hanno più bisogno. Il prossimo presidente della Repubblica sarà un loro rappresentante, la Bonino ad esempio. Ci vediamo in Parlamento. Fuori o dentro.