Cinema di Stato

“Sono un attore esiliato negli USA, non per inseguire sogni Hollywoodiani bensì per scappare da un cinema ostaggio del malaffare politico-mafioso e degli interessi di casta e il peggio è che nessuno se ne rende conto. E’ vero, sembra assurdo parlare di questo mentre l’Italia sta andando a rotoli ma, per dirla tutta, tutto questo non sarebbe successo se in Italia ci fosse stato un cinema indipendente ed attento a quello che stava succedendo. Mentre il malaffare e la mafia si stava impadronendo del Bel Paese, il nostro cinema ci ha parlato di “ultimi baci” e “puerti escondidi” realizzati con i contributi ministeriali (soldi nostri) che restituivano un’immagine dell’Italia tutto sommato rassicurante e bonaria; questo perché di solito non si morde la mano che ti da il cibo! Sono quarant’anni che il cinema in Italia si fa con i soldi dei contribuenti assegnati però dalle famigerate “commissioni ministeriali“. Il risultato è stato che dalla censura a priori dei primi anni si è velocemente passati alla “autocensura“: è inutile tentare di fare film di denuncia, tanto saranno cestinati alla velocità della luce. Quindi i nostri “sedicenti” produttori, che altro non sono che boiardi di stato residenti all’Olgiata con Rolls Royce parcheggiata in garage, hanno incassato centinaia di miliardi di lire prima e milioni di euro poi, intascando percentuali dal 30 al 60% dell’erogazione ministeriale prima di cominciare le riprese, per raccontarci frottole e che tutto andava bene mentre la mafia, Berlusconi e Dell’utri insieme a quell’armata Brancaleone che ci ostiniamo a chiamare politici si appropriavano indisturbati dell’Italia! Quando prenderemo il potere, dovremo rivoluzionare i meccanismi di finanziamento dello spettacolo!”. Fausto Lombardi, New York