Stalin e la lotta di categoria

La lotta di classe è stata sostituita dalla lotta di categoria. Il potere non processa mai se stesso. E’ indifferente alla realtà delle cose. Se la realtà non corrisponde alla sua visione, è la realtà che sbaglia. Di fronte al fallimento preferisce cercare bersagli tra la popolazione, tassisti, notai, avvocati, ristoratori, pescatori, proprietari di cani e di gatti, bamboccioni piuttosto che mettersi in discussione. La crisi è stata annunciata da molte voci, tra queste il blog, e per molti anni. Voci attribuite dai pennivendoli e dai politici a disfattisti, provocatori, ignoranti, a personaggi in cerca di visibilità. I responsabili della crisi. Coloro che l’hanno creata: i partiti e le banche. Che l’hanno sfruttata: la Confindustria. Che l’hanno nascosta: i media, stanno rinchiusi nella loro torre d’avorio, mantenendo privilegi e coprendo ogni ruberia. Si sovvenzionano a vicenda con decine di miliardi erogati alle banche, con un miliardo di euro di rimborsi elettorali ai partiti, con centinaia di milioni di euro di contributi diretti e indiretti regalati ai giornali, con ogni concessione alla Marcegaglia e a Marchionne. Se non si può cambiare la realtà, la si può negare e trasformare l’effetto nella causa. E’ il lavoro sporco del Sistema.
In Ucraina negli anni ’30 Stalin applicò lo stesso schema per la collettivizzazione dell’agricoltura e la richiesta di quote di grano annue insostenibili. Le terre vennero espropriate, per raggiungere le quote furono requisiti anche i semi per i raccolti dell’anno successivo, i contadini vennero demonizzati “Distruggeremo i kulaki come classe“, deportati, fucilati. Il fallimento degli obiettivi del piano stalinista fu attribuito a loro. Fu denunciato che “gli agricoltori erano responsabili delle carenze di alimenti nelle città“. Durante tre anni, per sopravvivere gli ucraini uccisero il bestiame e ogni altro animale, fino a praticare il cannibalismo. Si arrivò a 10.000 decessi al giorno, ma erano i morti che dovevano giustificarsi. “Un contadino che moriva lentamente di fame era, malgrado le apparenze, un sabotatore in una campagna volta a gettare il discredito sull’Unione Sovietica“. Le pance tese erano un segno di opposizione politica. Gli affamati erano nemici del popolo “che rischiavano le proprie vite per mettere in dubbio il nostro ottimismo“. Il possesso di cibo non autorizzato era “una prova presuntiva di un crimine” sanzionato con la fucilazione. Tre milioni e trecentomila persone morirono di fame in Ucraina. La stampa approvò incondizionatamente l’operato di Stalin.
Se i nostri ragazzi espatriano in cerca di occupazione, i piccoli imprenditori italiani si suicidano e il livello di tassazione sul lavoro è diventato intollerabile per mantenere i piani quinquennali del cemento, dall’Expo, alla Tav, alla Gronda, insieme a una casta insaziabile, la colpa è dell’articolo 18! Non siamo ancora sufficientemente schiavi.