Passo all’Udc

“Stamattina non ho trovato il portinaio nel suo stanzino. C’era un foglio attaccato con lo scotch sul vetro: “Torno subito. Passo un attimo all’Udc”. Poi sono andato al bar, a prendere il solito caffè macchiato. Ma il barista non c’era. Anche lui (mi hanno detto) era passato all’Udc. Senza caffè, ho preso il bus per andare al lavoro. Era insolitamente vuoto. Solo l’autista, che sconfortato m’ha detto: “Son tutti passati all’Udc”. In ufficio non ho trovato nessuno, neanche il capo. Tutti all’Udc. Ho pranzato da solo, con uno snack da macchinetta, perché il bar era chiuso. Gino era passato all’Udc. Stasera sono tornato a casa e ho trovato mio figlio che giocava alla play station. Gli ho chiesto: “Faustino, dov’è la mamma?”. E lui: “E’ passata all’Udc”. Ho passato una giornata di inferno, in grande solitudine. Mi sembrava di vivere uno di quei film americani, in stile “Io sono leggenda”, quello in cui nel mondo non è rimasto nessuno. Solo io e Rudy, il mio cane. E ora c’è un dubbio che mi devasta: che faccio? Passo anch’io all’Udc?”
Demian