Napolitano e la secessione

I discorsi di Napolitano non vanno capiti, ma interpretati, quando ci si riesce. I suoi moniti sono spesso imperscrutabili e fuori tempo massimo. A Napoli ha detto, insieme a cose ovvie, frasi da non sottovalutare. Che la Padania non esiste è vero. Lo sa anche Bossi. Uno Stato Lombardo Veneto invece non è grottesco, infatti è già esistito in passato, come la Repubblica di Venezia è esistita per mille anni e potrebbe in futuro ritornare a esistere. Se ci fosse un referendum indetto dalla Regione Veneto per la secessione la stragrande maggioranza voterebbe per il si. E poi? Dopo il plebiscito si bombarderebbe il Veneto, come è avvenuto per la Libia, o Maroni lo militarizzerebbe come la Val di Susa? E’ evidente che sono reazioni impossibili. Il Veneto, semplicemente, se ne andrebbe per la sua strada. Per evitarlo le minacce non servono, ma è necessario che questa classe politica si tolga dai coglioni al più presto. I politici sono i veri istigatori alla secessione.
Nell’ ambito della Costituzione e delle leggi non c’ è spazio per una via democratica alla secessione“. E allora? La Costituzione e le leggi dei vari Paesi non hanno mai impedito che avvenissero secessioni sanguinose, come nei Balcani, o morbide come la separazione condivisa tra Repubblica Ceca e Slovacchia. Bisogna intervenire in tempo sulle cause che portano alle divisioni, non condannare gli effetti. Perché siamo arrivati a questo punto? Di chi sono le responsabilità politiche? “Nel 1943-44 l’ appena rinato Stato italiano, di fronte a un tentativo di organizzazione armata separatista, non esitò a intervenire in modo piuttosto pesante con la detenzione di Finocchiaro Aprile“. Queste parole, minacciose, a chi sono rivolte? Non sono dette a caso. Ma non siamo nel 1943 e dubito che si possa, ad esempio, bloccare l’autodeterminazione del Sud Tirolo. Se questo dovesse avvenire dichiareremmo guerra all’Austria?
‘Nell’ era della globalizzazione la Padania sarebbe costretta a calcare “la scena mondiale competendo poi con la Cina, con l’ India, con il Brasile, con gli Stati Uniti, con la Russia… “‘. Quindi l’Unità d’Italia avrebbe la finalità di competere economicamente in un mondo globalizzato? Se lo sentisse Lenin o anche solo Mazzini… Il mondo va in una direzione diversa da quella ostinata e contraria (e centralista) di Napolitano. Le nazioni decentrano sempre più la gestione del territorio, persino l’applicazione delle leggi. Negli Stati Uniti, ad esempio, la prima potenza economica mondiale, ogni Stato ha le sue leggi: si può applicare la pena di morte in uno Stato, mentre in quello confinante non è in vigore. L’Olanda ha le dimensioni grosso modo del Lombardo Veneto e compete in modo egregio nello scenario mondiale con titoli di Stato da tripla A, nel frattempo l’Italia, unita dal Monte Bianco a Capo Passero, sta scivolando verso il default.
L’Unità d’Italia è avvenuta con una feroce guerra di occupazione del Sud da parte dell’esercito sabaudo con un milione di morti e milioni di emigranti. La cassa dei Borboni, uno Stato legittimo, venne trasferita a Torino. Le mafie si svilupparono dopo l’Unità. Perchè Napolitano non lo ricorda? L’annessione del Sud avvenne nel sangue di patrioti chiamati briganti. E’ Storia, forse è meglio ricordarla se vogliamo veramente guardare avanti.