Il degrado del Parco dei Castelli Romani

Lettera spedita all’Ente Parco Regionale dei Castelli Romani.
Elenco una serie di situazioni inquietanti a cui chiedo di porre rimedio. Sui sentieri si trovano spesso pietre smosse, vegetazione nei tracciati, pericoli anche mortali, come baratri o pareti instabili, non segnalati. I tracciati profondamente erosi dall’acqua sono ormai una consuetudine a cui, noi mtbikers e amanti del bosco, abbiamo fatto l’abitudine. L’ultimo disboscamento a Colle Iano ha prodotto situazioni di pericolo. Quando le pendenze della montagna sono molto elevate non si dovrebbe disboscare, lasciando una pianta ogni 40/50 metri quadrati. Il pericolo è che frane o slavine precipitino a valle. Le numerose frane intorno al cono di Castelgandolfo sono solo una parte di quelle dei prossimi mesi, se si continua a tagliare le piante. Urge mettere in sicurezza le pareti più a rischio, prima che “ci scappi il morto” …come succede spesso in Italia. Nonostante io percorra 3.000 km/anno nel parco, si contano sulle dita di una mano gli incontri con i guardiaparco, sempre (badate bene) a bordo di pick-up fuoristrada con cassoni vuoti ed immacolati (a cosa serve un cassone se non per riporre qualche attrezzo, raccogliere immondizie o altro?). Ovunque rifiuti ingombranti, lavatrici, tazze del water, secchi di plastica o lamiera, migliaia di sacchetti con calcinacci, lastre di eternit… addirittura ben otto carcasse di veicoli …. rifiuti di cui qualche delinquente si libera, nottetempo, senza che si faccia nulla per prevenirlo o porne rimedio.” Carlo R.