Una cozza non è per sempre

Una cozza non è per sempre – Marco Travaglio
(39.39)

Testo:

Buongiorno a tutti, anche oggi come sempre potremo parlare di moltissime cose, intanto mi scuso per il ritardo di un’ora ma sono appena rientrato dalla Toscana, dalla Versilia dove ieri sera si è conclusa molto tardi, tra l’altro, la festa dei 3 giorni de Il Fatto Quotidiano, è stato un weekend importante, c’è stato il Cozza Day di Beppe Grillo, naturalmente oscurato dai giornali tranne il nostro, tranne Il Fatto Quotidiano che gli ha dedicato due pagine e devo dire che l’immagine della cozza come ieri ha ricordato Santoro dal suo intervento alla festa de Il Fatto è piuttosto felice perché effettivamente la cozza rappresenta bene questo sistema chiuso, incrostato, incitato, la cozza attaccata ossessivamente allo scoglio, quella distesa di cozze che vediamo spesso appiccicate ai cordoni immersi nel mare.

Come tagliare i cordoni alle cozze (espandi | comprimi)
Il problema quindi non è staccare la cozza una dopo l’altra, è tagliare quei cordoni e spezzare quegli scogli, le armi della politica tradizionale non mi sembrano più in grado di tagliare quel cordone che esse stesse peraltro hanno contribuito a annodare e quindi è chiaro che ci vuole qualcosa che parta dal di fuori, dal basso, esterno comunque, indipendente rispetto alla politica.

Un colpo di forbice? La legge elettorale (espandi | comprimi)
La maggior parte vota a destra perché la destra fa pure i condoni, ma una parte vota anche a sinistra, dove c’è sempre stata grande protezione anche da parte del peggio del sindacato per quelli che evadono sui contributi, perché pensioni dell’Inps elargite come ammortizzatore sociale per tenere buona la gente, invece che come restituzione di un contributo che tu hai versato, è così che si crea il buco dell’Inps, con l’evasione contributiva e l’evasione contributiva purtroppo è stata tollerata per anni come l’assenteismo nelle aziende e nella pubblica amministrazione anche dai sindacati.

Informazione veramente libera per raccontare il Paese (espandi | comprimi)
Un giornalista deve parlare bene di un politico quando quel politico se lo merita che si parli bene di lui, se si merita solo che si parli male di lui, si parla solo male di lui, questa è l’informazione e il diritto di critica, il diritto di critica è stato conquistato nelle rivoluzioni liberali per conferire alla libera stampa il diritto di dissentire, di criticare, il diritto di applauso è garantito anche nelle dittature, non c’è bisogno di libertà per applaudire il potere.

Con questa tenaglia a tre forbici: movimenti che incalzano, referendum che veramente può cancellare la Legge elettorale porcellum, informazione libera come ha fatto Il Fatto nelle edicole, “Comizi d’amore” in televisione, non sarà tutto, ma sono alcune cose nuove che ci fanno sperare che si possa fare qualcosa, poi se ci si riuscirà non si sa, ma vale almeno la pena tentarci, in modo che poi un domani ciascuno di noi potrà dire: io almeno ci ho provato, passate parola!