Le discariche nei boschi

Nei boschi un tempo si andava a funghi, oggi a discariche.
“Sono un podista, amante delle corse nei boschi, lungo i sentieri e nella natura incontaminata. Ho scoperto che in questi luoghi si abbandonano rifiuti di ogni specie: la strategia è aspettare il buio per scaricare, ma capita che qualcuno scelga il giorno, addentrandosi nei boschi il più possibile per non farsi notare da nessuno. Mi è capitato di assistere a questi abusi e di intervenire ricevendo insulti e tentativi di aggressione e a nulla sono valse le segnalazioni agli organi di polizia: la fragranza di reato vale solo se riscontrata da un pubblico ufficiale. Alcune amministrazioni intervenivano rimuovendo i rifiuti, altre rispondevano: “…purtroppo siamo a conoscenza del problema ma siamo a corto di personale… mancano i fondi per gestire queste raccolte straordinarie. Ci penseranno i volontari di Legambiente.” Ho “ingoiato” la risposta amaramente e continuando a correre. Un giorno ho indiviuduato una decina di gomme in una scarpata che costeggia una roggia. Le ho raccolte a mano e le ho adagiate sul bordo della strada più vicina. Ho chiamato la polizia locale e l’ente parco, raccontando il mio gesto: ebbene il giorno dopo non vi era più traccia delle gomme. Ho chiesto se il mio gesto poteva avere ripercussioni legali e mi è stato risposto che se faccio questo a piedi, senza nessun veicolo, è palese la BUONA INTENZIONE, e l’onestà del gesto. Non vi è dubbio che non sia stato io a scaricare i rifiuti. Ho ripetuto l’esperienza e spesso funziona. Sono solo però, e i rifiuti sono tanti. Se il mio agire potesse replicarsi il risultato sarebbe proporzionale alle forze e l’ambiente ce ne sarebbe grato. I PARTIGIANI DEL VERDE è un nome che ho pensato per un’organizzazione che condivida queste azioni. Armati solo del rispetto per il nostro ambiente e rigorosamente a piedi o di corsa, forse anche in bicicletta, possiamo fare molto di più. Cerco, volontari, attivisti e non, e sostegno mediatico per ingrandire quello che per me sarebbe un bel sogno…”. daniele porro, milano