La formica argentina

“Caro Beppe, già che ti richiami a Italo Calvino, ti consiglio anche il suo racconto “La formica argentina“. Cito testualmente: “Se lui ci avesse parlato di formiche […] noi avremmo pensato di trovarci contro un nemico concreto, numerabile, con un corpo, un peso. […] creature di quelle che si possono toccare, smuovere, come i gatti, i conigli. Qui avevamo di fronte un nemico come la nebbia o la sabbia, contro cui la forza non vale”. E’ questo che siamo, formiche ostinate, numerose e inarrestabili. Questo siamo come individui, collettivi, comitati, associazioni, movimenti. Dobbiamo essere consapevoli del nostro numero e della nostra forza, consapevoli delle nostre ragioni e delle nostre istanze di sopravvivenza e di giustizia. L’antropologa Margaret Mead ha detto: “Non dubitate mai che un piccolo gruppo di cittadini preoccupati possa cambiare il mondo. In realtà, è l’unica cosa che sia mai accaduta”. ATTIVIAMOCI TUTTI!”. Re R., Venezia