Osama è morto, Obama è vivo


“Osama Bin Laden è stato ucciso nel momento in cui non serviva più a niente. Il ricco gattopardo, cantore di un Islam anacronistico che esisteva solo nella sua mente è stato ucciso da un commando esattamente dove tutti sapevano: in Pakistan a due passi dalla capitale. L’hanno ucciso per evitare che parlasse, che raccontasse dei legami con l’Arabia Saudita, dei patti con gli USA ai tempi dell’occupazione sovietica in Afganistan. Con poche centinaia di migliaia di dollari Osama ha finanziato e messo in atto l’attentato terroristico più grave e scenografico della Storia, senza mai riuscire a diventare leader, se non sui giornali dell’Occidente. Ha invece offerto la sponda per rendere l’Occidente peggiore, meno democratico, assassino, ostile verso gli immigrati. Ha giustificato le leggi peggiori di questi anni, guerre inutili, comitati d’affari capeggiati da presidenti discutibili come Bush, il sostegno a governi dittatoriali. Solo ieri, quando Berlusconi era incerto su cosa fare con Gheddafi, si riproponeva la vecchia solfa della paura del fondamentalismo. I fondamentalisti esisteranno sempre, come i malati di mente, l’Occidente e gli stessi Usa ne sono pieni. L’importante è che ci sia attorno a questi disadattati una società sana, che li tratti per quello che sono e non gli metta in mano Kalasnikov e bombe. Non si può gioire finché qualunque ricco pazzo terrorista può trovare aperture in Stati dove non c’è libertà e democrazia e diventare l’utile idiota per i peggiori comitati d’affari occidentali.” Peter Amico