L’ordinaria ferocia umana


Ricevo e pubblico da Byoblu:
“Ogni anno, 48 miliardi di animali nascono, vivono e muoiono in un inferno che neppure il peggiore dei gironi danteschi avrebbe saputo immaginare. Molti campi di concentramento, al confronto, erano amene località di villeggiatura. Gli allevamenti industriali sono peggiori della peggiore fantasia di un fervido scrittore di horror, luoghi nei quali miliardi di creature viventi, in grado di provare emozioni e di percepire il dolore, conducono una vita di atroci sofferenze, dalla nascita alla morte. Molti non vedono mai la luce del sole, vivono in strette gabbie nelle quali non possono neppure voltarsi, le loro dimensioni sono artificialmente gonfiate al punto che la struttura ossea cede, e molto presto smettono di reggersi sulle zampe. Le femmine del maiale, anche se gravide, passano tutta la gestazione sulle zampe senza potersi muovere. Quelli che vivono ammassati, e sono 9 milioni ogni anno, sono così pressati l’uno all’altro che diventano aggressivi e si mangiano la coda. Per diminuire le infezioni, la coda viene tagliata senza mezze misure. Le galline sono costrette in spazi talmente angusti che non possono neppure aprire le ali. Molte muoiono perché, senza spazio per muoversi, non riescono a raggiungere il cibo né l’acqua. Le altre, esasperate, si mordono continuamente, così i loro becchi vengono amputati con una forbice. I polli che sopravvivono vengono appesi a ganci di metallo e una macchina li decapita, li spenna, li smembra e li inscatola. Sono immagini che non ho voluto inserire nel video, ma vi garantisco che non riuscireste più neppure a guardare una confezione di cosce di pollo al supermercato.” Byoblu