I treni della speranza (di arrivare)


Con le Ferrovie dello Stato partire è sempre un po’ morire.
“Prendere un treno da Nord a Sud per tornare a casa a Natale è sempre un’esperienza (negativa) di vita. Viaggio da Milano a Roma costosissimo in Freccia Rossa (perché gli altri treni sono stati quasi tutti soppressi. Poi Roma – Villa San Giovanni su un carro bestiame. Quando prenotai il mio biglietto, qualche settimana fa, mi meravigliai del fatto che esistessero ancora le famigerate “cuccette a 6”, che non prendevo ormai da anni. Ma non c’era altro. Prendere o lasciare. Raggiunto il nostro vagone, ci troviamo di fronte alla solita marea di persone e bagagli che cercano di incastrarsi fra di loro. Sono passati 20 minuti e non siamo ancora partiti. Ci si comincia a interrogare su cosa sia potuto succedere. La risposta ce la da un cuccettista che fa il ganzo: “mancano le lenzuola e mi hanno detto che non le porteranno. Il capotreno comunque mi ha riferito che c’è la possibilità, se non volete partire, di scendere e farsi rimborsare il biglietto”. Ha capito le FS? Ti danno anche la possibilità di non partire e rimanere a Roma la notte prima della vigilia di Natale! Equo, no? Ora indovinate quanta gente è scesa invece di dormire sui sedili sporchi del carro bestiame! Si parte (probabilmente hanno trovato il carbone per azionare la locomotiva). Siamo in sette. Una madre con due bambini, una coppia, e poi io ed il mio amico. Il bambino piange, la piccola vomita per il freddo. Il bagno è una latrina putrida. Quando siamo quasi a destinazione, il mio compagno di viaggio protesta con il cuccettista (che avrebbe dovuto regolare almeno il riscaldamento) ma questi si arrabbia e gli risponde bruscamente: “senta, a me sembra di essere stato anche simpatico ma Lei deve stare calmo!”. A Villa San Giovanni ci tocca traghettare a piedi. Insieme a noi scende una fiumana di altri passeggeri tanto che il treno prosegue quasi vuoto verso Reggio Calabria. Sono tutte persone con il nostro stesso problema: essere siciliani ed “usufruire” di treni vecchi, lenti e sporchi. Vaffanculo Moretti.” Gianluca Caporlingua (thegianlucatv)