Le mani morte

Quando leggo i titoli dei giornali, di carta o on line, penso, non so perché, alla “mano morta“. Quella pratica di lasciar ciondolare la propria mano nei luoghi affollati alla “dove prendo prendo” il cui bersaglio è il culo di una signora (o di una “signorina“, come si usava dire un tempo). L’informazione è molesta, lasciva, disgustosa, come la bava di un vecchio porco. Infatti, non a caso, un vecchio porco è oggi la panacea dei quotidiani, che riempiono i fogli inchiostrati con le sue foto. Alcuni, i più devoti, gli dedicano 10/15 titoli al giorno. Un’informazione che mette una nullità assoluta come Gasparri in prima pagina e che dedica le sue inchieste a un pacco bomba nella metropolitana di Roma rivelatosi “materiale inerte“.
Una volta, negli anni ’70, c’era un grande giornale di satira politica. Si chiamava: “Il Male“. Sono rimaste celebri una foto di Aldo Moro prigioniero delle BR, trasandato, la barba incolta, con la frase “Scusate, abitualmente vesto Marzotto” e una vignetta dove una donna vietnamita in fuga tra le onde, come tanti boat people, alla domanda del figlio: “Cos’è il comunismo, mamma?“, risponde “Zitto e nuota“. In seguito venne “Cuore” con una rubrica dal titolo “E chi se ne frega” che riportava titoli come: “Un gattone di Treviglio forse rapito in cortile. La Notte” e “Facevo politica nell’Unione goliardica. Claudio Martelli. L’Espresso“. I giornalisti di quell’epoca scrivono ora sui giornali più importanti. Il “E chi se ne frega” si è trasferito con loro nelle redazioni, è diventato la notizia principale, quella di cui non ci può fregare di meno. In compenso i fatti si sono trasferiti nei trafiletti in ventesima pagina. E’ un travaso avvenuto sotto i nostri occhi. La merda è venuta a galla piano piano e li si è fermata. Nelle edicole, nei siti on line, nella lettura dei quotidiani alla radio, nella sottolineatura con il pennarello dei titoli dei quotidiani nelle trasmissioni televisive, l’informazione è morta.
In ordine sparso sulle testate nazionali odierne: “Barbara Berlusconi attacca la Carfagna: ‘Almeno abbia il pudore di tacere‘.” “Bondi pianista” “Cinema, aumento biglietti“. Un circuito chiuso dove si ricicla l’ovvio e si addormentano le coscienze al servizio dei partiti, della Confindustria e della propria fazione. L’opinione che sostituiva e manipolava i fatti è roba ormai di un’altra epoca. I fatti non esistono più, sono stati sostituiti dal gossip. Dagospia è meglio di qualunque giornale. I 329 milioni di euro regalati all’editoria nella Finanziaria e sottratti alla scuola e alla sanità sono uno spreco ormai intollerabile per produrre rifiuti tossici non riciclabili.