L’elastico del costo del lavoro


(fonte: Financial Times)

I salari italiani sono tra i più bassi delle nazioni europee. L’Italia occupa il 23° posto nell’Ocse. Il costo del lavoro, invece, è il più alto in Europa. Se il costo del lavoro è altissimo e in busta paga arriva una miseria bisogna chiedersi “Dove finiscono i soldi?“. “Chi intasca parte degli stipendi dei lavoratori al loro posto?“. La forbice tra quanto incassa lo Stato e quanto riceve il lavoratore dipendente è enorme. Questo pozzo senza fondo serve a far vivere strutture inutili come le Province, a finanziare cani e porci (tra cui i giornali), a comprare cacciabombardieri. Un milione di persone a vario titolo vive di politica o grazie alla politica. Il lavoratore riscuote un terzo del reddito prodotto. I due terzi vanno alla macchina del magna magna, ai parassiti del Paese. Neppure Al Capone chiedeva tanto. Al confronto, il pizzo mafioso del 10% è generosità allo stato puro. L’elastico è ormai al massimo della tensione. Le tasse non si possono aumentare.Le ruberie dello Stato non si vogliono toccare, a iniziare dal miliardo di euro di “rimborsi elettorali” intascato dai partiti. “…Vedere il filo teso/ già vicino alla rottura/ non tiene più l’elastico, non tiene più l’elastico…” (Gaber, L’elastico)