Bottiglieria Okkupata

Intervista a Paolo, collettivo Bottiglieria Okkupata
(10:00)

Bottiglieria Okkupata“, “ZAM-Racaille” o i “Corsari” sono le sigle di gruppi di ragazzi di Milano che occupano per qualche giorno edifici abbandonati, spesso lasciati andare in rovina. Voglionorendere visibile il problema degli spazi inutilizzati in città” e “rendere vivo un luogo anziché lasciarlo vuoto“. I palazzi occupati sono spesso di proprietà comunale, in condizioni fatiscenti. L’ultimo in ordine di tempo è stata la palazzina ex sede della Borsa delle carni della società So.Ge.Mi. in viale Molise 68. I ragazzi hanno trovato cumuli di macerie, per quello che hanno potuto hanno pulito gli spazi e indetto incontri pubblici. Sempre a Milano, in via Giannone, altro stabile occupato, è stata organizzata una cena aperta a tutti i cittadini. Il Comune insegue gli occupanti di casa in casa senza riuscirli a fermare. Il primo tentativo è avvenuto in via Savona 18 sgomberata da ben 41 (QUARANTUNO) pattuglie della Polizia, mentre la ‘ndrangheta a Milano non esiste. Gli edifici vuoti sono migliaia. Mezza Milano è vuota mentre si continua a costruire. La città-giardino dei Navigli e degli orti è stata ridotta a una città-cantiere in mano alla speculazione edilizia. L’occupazione di spazi vuoti non è tollerata in una città che continua a costruire giorno e notte altri spazi destinati a rimanere vuoti.

Intervista a Paolo del Comitato “Bottiglieria Okkupata”
I ragazzi sui tetti ( espandi | comprimi)
“Siamo i ragazzi che hanno occupato lo stabile in via Giannone n. 8 nel quartiere Paolo Sarpi a Milano dopo essere stati sgombrati da via Savona n. 18. In via Savona erano già partiti dei laboratori e delle attività come centro occupato, come casa occupata ma anche come centro di aggregazione giovanile.

Il giardino dimenticato di via Giannone ( espandi | comprimi)
Molte persone si stanno ritrovando in questi giorni dai licei piuttosto che dalle università proprio per mettere a posto questo luogo, per farlo diventare un centro di aggregazione giovanile, politico e non solo, ci vivono anche 30 persone. Questa era una fabbrica, in particolare una stamperia, fabbricavano gagliardetti piuttosto che stampe.

Rendere vivi i luoghi vuoti ( espandi | comprimi)
All’interno del quartiere dove stavamo prima, ovvero quello della zona Tortona – via Savona, l’ambiente dei vicini era diviso tra due opposte fazioni: una minoritaria che era quella dei negozianti che comunque pensavano di vedere intaccato il loro business, invece i vicini che quando c’è stato lo sgombero che ha mobilitato una quantità enorme di mezzi,

La Supercazzola di oggi:
“Se si andasse oltre l’autoreferenzialità sospettosa dei personaggi iomaniaci e si prestasse effettiva attenzione agli obiettivi dichiarati (un nuovo corso politico improntato alla discontinuità), allora si vedrebbe che la piccola torta dell’antiberlusconismo emotivo può crescere a dismisura se si riesce a fonderla con quella dell’antipolitica motivata”. Pierfranco Pellizzetti