Federalismo fecale

Federalismo fecale
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Il federalismo demaniale è pura merda, per questo va ribattezzato federalismo fecale. I Comuni sono sull’orlo del fallimento per investimenti folli. La loro esposizione in strumenti derivati è di 40 miliardi di euro, le perdite accumulate lo scorso anno tra i 6 e gli 8 miliardi. In alcuni casi, come a Catania e a Roma, il Governo ha coperto le perdite di centinaia di milioni di euro per evitare l’interruzione dei servizi pubblici. Ora i soldi sono finiti. Le casse dello Stato sono un colabrodo. Il debito pubblico ha sfondato i 1.800 miliardi di euro. Per evitare la chiusura dei Comuni hanno inventato una manovra delinquenziale. L’esproprio e la messa in vendita di 11.009 beni dello Stato. Roba nostra, dei cittadini. Il meccanismo è semplice. Lo Stato cede la proprietà del demanio ai Comuni che lo mettono in vendita al miglior offerente con il vincolo (?) che l’alienazione serva a ridurre il debito pubblico. Vendere a chi? Ai costruttori e alla criminalità organizzata sotto prestanome. Perché è così che finirà con buona pace delle anime belle in Parlamento.
Il territorio italiano viene messo “a ricavo“. Non è territorio storico, naturalistico, affettivo che tocca la nostra vita, il nostro passato, i nostri figli. No! E’ “un ricavo” che ora non rende a sufficienza allo Stato (stima 189 milioni). Per questi cialtroni le Dolomiti sono un ricavo, non un patrimonio dell’Umanità. Un breve elenco dell’asta pubblica, quello completo sarà disponibile a fine luglio: Museo di Villa Giulia a Roma, la cinta fortilizia “Mura degli Angeli” a Genova, l’Idroscalo di Ostia, il teatro Nuovo Sacher, l’ex forte di Sant’Erasmo a Venezia, gli isolotti che circondano Caprera, l’isola di santo Stefano in prossimità di Ventotene, spiagge un po’ ovunque da Sapri al lago di Como, parte del lungo lago di Peschiera a Verona, poligoni di tiro e caserme circondati da verde pubblico, le montagne intorno a Cortina d’Ampezzo: le Tofane, il monte Cristallo, la Croda Rossa, l’Alpe di Faloria, il Sorapis, i forti del Savonese di Madonna del Monte, di Nostra Signora degli Angeli, di Tagliata del Giovo. Questi nomi fanno male al cuore. Diventeranno alberghi, resort, cemento, palazzi, aree private sottratte alla comunità.
Si vendono l’Italia per coprire la loro incapacità, per spostare un po’ più avanti la lancetta del default. Se non li fermiamo non ci rimarrà nulla, neppure gli occhi per piangere. L’Italia è nostra non di quattro politicanti e di sindaci falliti. Per impedire lo scempio i cittadini dovranno partecipare all’asta di beni di loro proprietà perché rimangano pubblici. A questo siamo arrivati…