I sindaci lumbard contro il governo

I sindaci lumbard contro il governo
(8:35)

Quattrocento sindaci di altrettanti comuni della Lombardia sono scesi in strada oggi a Milano per protestare contro il patto di stabilità imposto dal governo. Questa misura di taglio della spesa pubblica premia gli scialacquatori e punisce i buoni amministratori, in particolare della Lombardia. Mortizia Moratti non si è unita ai sindaci. E come avrebbe potuto? Il bilancio di Milano è stretto parente di quello di Catania. Lo swap trentennale siglato nel 2005 ha già maturato una minusvalenza di circa 300 milioni di euro. I sindaci lombardi invocano il federalismo fiscale per poter amministrare adeguatamente le risorse del loro territorio. Lega ladrona, il sindaco non perdona.

Il Blog ha intervistato i sindaci:
Il patto di stabilità strangola i comuni (espandi | comprimi)
Blog – Ci spiega brevemente cos’è il patto di stabilità e qual è la proposta dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani)?
Sindaco – Il patto di stabilità dovrebbe servire all’amministrazione pubblica per ridurre il debito pubblico, com’è stato messo in atto adesso non va bene per i comuni che sono i comuni quelli che hanno le possibilità di poter spendere. Le faccio un esempio, il nostro è il comune di Castelleone in provincia di Cremona, ha un avanzo di amministrazione di 2.760.000 euro ma non può spendere 100 mila Euro per asfaltare le strade! E queste sono le contraddizioni del patto di stabilità, il patto di stabilità dovrebbe essere applicato a quei comuni che hanno i conti in regola, allora quelli sì dovrebbero rientrare e ridurre il debito pubblico. Quei comuni invece che hanno i conti in regola dovrebbero essere messi in grado di spendere i soldi che hanno.
Un comune virtuoso dal punto di vista contabile non può spendere i soldi che ha a disposizione che sono i soldi dei cittadini, soldi del comune di Castelleone, non sono soldi di trasferimenti dallo Stato e questa è la contraddizione del patto di stabilità.
Blog – E quindi qual è la proposta dell’ANCI?

Il federalismo fiscale è una soluzione? (espandi | comprimi)
Sindaco – Ci sono alcune sanzioni, sono la riduzione del 30 per cento degli emolumenti degli amministratori, io questo mese guadagno netti 1.125 Euro come una categoria C che è un ex VI livello del comune praticamente, poi c’è una riduzione sui trasferimenti statali, i nostri ammontano a 69 mila Euro per quest’anno e altri aspetti, non è possibile accedere a mutui e c’è un equilibrio da raggiungere nel rapporto tra un meccanismo che viene individuato di tipo finanziario.
Noi ci siamo organizzati lo scorso anno in maniera tale da pagare le sanzioni perché ci mancherebbe altro, è un atto dovuto, ma non ridurre i servizi da erogare alla cittadinanza.
Abbiamo ricevuto un premio dallo Stato perché nel 2008 abbiamo rispettato il patto di stabilità per 2 mila Euro che è un risultato abbastanza difficile da conseguire e ci troviamo sanzionati per quei motivi che le ho detto prima. Quindi noi chiediamo che il patto di stabilità venga rivisto la possibilità quanto meno di utilizzare i residui che abbiamo a bilancio o gli avanzi di amministrazione, senza che questi contino all’interno del vincolo, cioè avere più possibilità di usare le risorse dei nostri cittadini per delle esigenze territoriali.
Il Sindaco Moratti, come diceva il Presidente Fontana, sceglie i tavoli istituzionali, noi li abbiamo provati tutti questi tavoli istituzionali!
Noi riteniamo che insieme a tutti gli altri sindaci questa è la strada giusta e abbiamo scelto questo tipo di strada, un sindaco di Milano ha un peso politico diverso, noi abbiamo capito che l’unione trasversale, perché non esiste qui rapporto tra centro-destra e centro-sinistra, sono sindaci e punto e basta.
Il federalismo fiscale supererà questi problemi ma solo che ci vorrà ancora qualche anno, una decina perché diventi concreto e poi sindaci oggi con grande dignità e fermezza sono in piazza proprio per rivendicare il fatto che molti comuni lombardi, ma non solo, virtuosi rispetto il patto di stabilità, senza chiedere aiuti o ripianare debiti come il comune di Catania che è fallito e che abbiamo dovuto poi pagare noi per rimettere in sesto, così come la sanità in Sicilia e tanti altri casi eclatanti come Roma. I comuni virtuosi e che hanno i conti in ordine chiedono di sforare per necessità assolute il patto di stabilità.