Controcanto – Intervista a Marco Revelli

Intervista a Marco Revelli – Controcanto
(16:00)


Quando è successo? Da quando siamo diventati personaggi di un racconto la cui trama è scritta da altri e da noi solo recitata? Un passo alla volta, un piccolo furto della nostra identità quotidiana, una deviazione minima del significato delle parole che usiamo. Così siamo cambiati. E ora, solo ora, che il temporale sta per addensarsi sopra alle nostre teste, iniziamo a capirlo. Marco Revelli ci racconta una storia, la nostra, anche se sembra un racconto di persone lontane, a noi sconosciute. Parla di schiavi e siamo noi. Di regole, leggi, istituzioni scomparse. Ed erano le nostre. Di un deserto sociale, di un linguaggio di plastica. Ed è l’Italia, e sono le nostre parole.

Intervista a Marco Revelli
La caduta dell’altra Italia (espandi | comprimi)
Mi chiamo Marco Revelli, insegno scienza della politica all’università dal Piemonte Orientale, nei miei studi, nei miei precedenti libri mi sono occupato prevalentemente dei fenomeni politici, soprattutto dei fenomeni politici italiani, cercando di leggerli in controluce rispetto alle grandi trasformazioni socioproduttive, tecnologiche, quindi alle trasformazioni profonde che hanno cambiato la vita sociale.

Il naufragio annunciato (espandi | comprimi)
Da un certo punto in poi è sembrato che tutto questo naufragasse, che rimanesse in qualche modo testimoniato da dei movimenti, certo, dei movimenti di radicale anticonformismo, che tuttavia non avevano più cittadinanza in nessun pezzo dell’Italia ufficiale, in nessun brandello dell’Italia raccontata dai media, in nessun frammento dell’Italia rappresentata nelle istituzioni e quindi mi sono chiesto: quando è che questo è successo? Quando è avvenuto questo naufragio?

La Costituzione liquefatta (espandi | comprimi)
Si apre lì una deriva grave, secondo me, un episodio che fa sì che un intervento gruppo etnico diventi il capro espiatorio di una furia xenofoba con la benedizione di un governo di centro-sinistra, raccoglie un’onda lunga, quella partita a Firenze con l’orrenda ordinanza fiorentina contro i lavavetri, questa rottura anche in questo caso di una continuità culturale,

La Bolla comunicativa (espandi | comprimi)
Il saggio che apre il volume è intitolato “Il Berlusconismo come racconto totale” per indicare un fatto, il fatto che noi viviamo in fondo tutti dentro una grande bolla comunicativa che si è costruita nel circolo vizioso che va dal sistema dei media unificato e il governo politico del paese nella figura dell’attuale Capo del Governo

Che ho a che fare io con gli schiavi? (espandi | comprimi)
Come se ne esce? Credo se ne esca bucando questa bolla mediatica e questa bolla comunicativa, che se ne esca con un atto di secessione etica e estetica prima che politica, un gran rifiuto di questa logica del racconto e di questa tecnica del linguaggio.