Che fine ha fatto Tremorti?

Che fine ha fatto Tremorti?
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Che fine ha fatto Tremorti? Da quando la Grecia ha cominciato a franare non si fa più trovare. Un testimone oculare lo ha rintracciato all’estremo nord della Norvegia.
“Guardai stordito la vasta distesa dell’oceano le cui acque, nere come l’inchiostro, mi fecero subito pensare alla descrizione del Mare Tenebrarum del geografo nubiano e dell’amanuense Ghedinus. Mente umana non poteva concepire un panorama così desolato. A destra e a sinistra, a perdita d’occhio, sorgevano, come fossero i contrafforti del mondo, schiere di scogli aguzzi e neri: il debito pubblico e la disoccupazione, il cui aspetto tenebroso era ancor più evidenziato dalla schiuma che con la cresta bianca e spettrale gli si avventava senza posa contro, ululando e gemendo. Proprio di fronte al promontorio sulla cui vetta mi trovavo, a una distanza di cinque o sei miglia in mare aperto, era visibile un’isoletta di aspetto cupo, o meglio se ne individuava la posizione dalla furia delle onde dalle quali era avvolta. Lì era Tremorti.
La superficie si calmò, divenne liscia, sparirono i vortici, mentre comparivano strisce di spuma dove prima non c’erano. Queste strisce s’allungarono, si fusero l’una con l’altra, fino a formare l’embrione di un ben più vasto vortice argentino. E infatti all’improvviso, questo prese consistenza sotto forma di un cerchio greco di 1800 miliardi di euro di diametro. L’orlo del vortice era formato da una larga fascia di evasione scintillante, ma nemmeno una goccia di tale frangia cadeva nella bocca del terrificante imbuto dell’erario, il cui interno, fino dove arrivava l’occhio, era una parete d’acqua liscia, brillante, nerissima, inclinata a quarantacinque gradi sull’orizzonte, animata da un moto rotatorio e insieme ondulatorio lungo il perimetro esterno dei contribuenti italiani, capace di emettere un suono pauroso, per metà urlo e per metà ruggito, più intenso di quello che sia mai salito al cielo nella sua angoscia dai risparmiatori della Parmalat.
Un nano tentò di nuotare verso l’isola ma venne catturato da una corrente d’ingroia e portato in fondo mentre lanciava grida così forti che si sentivano anche dalla costa siciliana. I vortici o gorghi di bilancio erano talmente vasti e profondi che una nave risucchiata verrebbe inevitabilmente inghiottita e sbattuta sul fondo e infranta contro gli scoglio. E’ successo spesso che perfino le balene ed esperte otarie come Bondi e Ferrara si siano avvicinate troppo alla corrente e ne siano state travolte ed è impossibile descrivere come gridavano e muggivano dibattendosi inutilmente per liberarsene. Intorno sulla vasta superficie di ebano liquido sia sopra che sotto erano visibili frammenti di risparmi, ammassi di immobili svalutati, tronchetti di albero, unitamente a molti altri oggetti più piccoli, derivati, casseforti infrante, tango bond, barili, scudi fiscali…”.
Ps:Una richiesta per la Polizia di Stato: ritiri il passaporto a Tremorti, così. per sicurezza. In caso di default vorremmo poterlo interrogare con comodo.