La fine della ricreazione

Berlusconi all’inaugurazione della Pedemontana
(1:03)

Un articolo del “The New York Times” del 13 febbraio è passato quasi inosservato in Italia. Eppure è la campanella che segna la fine della ricreazione per l’economia italiana. Il titolo “Wall St. helped to mask debt fueling Europe ‘s crisis” (Wall Street ha aiutato a nascondere il debito pubblico europeo) riassume la tesi dei tre autori, L. Story, L. Thomas, N. Schwartz. Le banche americane e tra tutte la Goldman Sachs hanno permesso ad alcuni Paesi europei di nascondere il deficit di bilancio alla UE. La più esposta è la Grecia che ha sottoscritto con Goldman almeno due contratti di derivati “swaps” dai nomi mitologici Arianna e Eolo nel 2000 e nel 2001 per fare subito cassa in cambio di ipoteche sugli incassi futuri dalle tasse aeroportuali e dalle lotterie. Il governo greco classificò i contratti come vendite e non come prestiti (rischiosi) a lunga scadenza. Nessuno sa quanti di questi contratti sono stati stipulati e per quale entità.
Angela Merkel ha dichiarato che sarebbe uno scandalo se la Grecia avesse occultato il suo debito. Secondo l’agenzia Bloomberg sono almeno 15 le banche che hanno accordato prestiti sotto forma di swap nei quali il rischio di controparte è a carico della Grecia. Con gli swap in sostanza vengono anticipate dalle banche delle somme di denaro in funzione di un evento che può o non può manifestarsi e (di solito) non si manifesta. Il cliente si ritrova quindi a dover ripagare il prestito con corposi interessi come sta avvenendo per molti Comuni italiani che si sono indebitati in questi anni. Lo swap serve a spostare più in avanti un debito che però, prima o poi, va pagato. E’ come una carta di credito. Il problema si aggrava quando il debito non è dichiarato come tale e emerge all’improvviso dai bilanci degli Stati. La stessa cosa che avvenne con i subprime per le banche può avvenire con i derivati swap con gli Stati.
Le banche sono sempre alla ricerca di ottimi affari e gli Stati in procinto di affogare lo sono. Lo scorso novembre, con la Grecia in piena crisi, la Goldman Sachs è tornata ad Atene sul luogo del delitto per proporre di spostare con l’ennesimo strumento finanziario il debito della sanità nel futuro. La Grecia non ha accettato o, forse, non ha potuto accettare.
L’articolo cita anche l’Italia… “Gli strumenti sviluppati da Goldman Sachs, JP Morgan e da altre banche hanno permesso ai politici di mascherare i prestiti in Grecia, Italia e forse altrove” … “Stati come l’Italia e la Grecia entrarono nella UE con un deficit superiore a quello permesso dal trattato che creò l’euro. Piuttosto che aumentare le tasse o ridurre la spesa, questi governi ridussero artificialmente il loro deficit con i derivati“. Il debito pubblico della Grecia è di 298,5 miliardi di euro a fine 2009, un default greco trascinerebbe con sé anche molte grandi banche. L’economia greca vale comunque solo il 3% del PIL europeo. Un piano di intervento è possibile. La vera minaccia alla stabilità economica europea secondo Robert Mundell, premio Nobel per l’Economia, è l’Italia. L’Italia ha circa 1.800 miliardi di euro di debito, sei volte la Grecia, un quarto dell’intero debito europeo e potrebbe essere oggetto di attacchi speculativi. Quanti sono i derivati sottoscritti dal Tesoro e con chi e a quali condizioni? Sul debito pubblico non dovrebbe valere il segreto di Stato. Tremorti, se ci sei , batti un colpo!