Giustizia senza voce


La sicurezza prima di tutto (la propria), dopo le auto della Polizia senza benzina arrivano i tribunali senza voce. La Giustizia si può paralizzare con le leggi e con la mancanza di fondi. Gli orfani politici di Bottino Craxi, oggi riuniti ad Hammamet (erano presenti tre ministri della Repubblica) , hanno imparato la lezione. Pericoli non ne vogliono più correre.
“Siamo dipendenti ed ex dipendenti di aziende che operano nei tribunali per il servizio di fono-registrazione e verbalizzazione atti giudiziari. Alcuni di noi non percepiscono stipendio da dieci mesi e passa, altri dopo svariati mesi non hanno liquidate le loro spettanze dopo la cessazione del rapporto di lavoro. Alcuni hanno preferito licenziarsi per cercare impiego in un’altra azienda del settore. Siamo gli impiegati che trascrivono i verbali dei processi penali. Preziosi collaboratori di giudici e magistrati senza i quali il corso della giustizia rischierebbe di paralizzarsi. Riuscire a ricevere lo stipendio è diventata un’impresa impossibile. A gestire il servizio di trascrizione dei verbali penali, per conto del Ministero della Giustizia, è il consorzio Astrea che a sua volta subappalta il lavoro ad altre aziende (tra cui le nostre). Qualcuno di noi ha scoperto che non erano nemmeno stati versati i contributi. Andando a prendere visione delle visure camerali delle ditte insolventi abbiamo, per mesi, inutilmente cercato di contattarle per capire cosa stesse succedendo e se fossimo stati in grado di recuperare i soldi. Sono nella nostra condizione tanti nostri colleghi che lavorano in molte Regioni. La strada che abbiamo deciso di percorrere è quella della giustizia con la presentazione di decreti ingiuntivi di pagamento nei confronti delle aziende che ci stanno lasciando senza stipendio. Vogliamo che la situazione che stiamo vivendo diventi pubblica.” Alessio Burati (Genova)