Schifani e il Parlamento Pulito

Schifani, dove sono le nostre 350.000 firme?
(7:44)

Oggi a Reggio Emilia per la Festa del Tricolore mi sono destreggiato meglio di Alberto Tomba tra la Digos, il Questore e il Prefetto. Un’accoglienza superiore a quella che avrebbe avuto Totò Riina. Volevo incontrare Schifani per per chiedergli di mettere finalmente in discussione, dopo due anni, al Senato la legge popolare “Parlamento Pulito“. Schifani si è offerto di incontrarmi in privato, ma io volevo incontrarlo di fronte a tutti, non come Beppe Grillo, ma come rappresentante di 350.000 italiani che hanno firmato di fronte a un pubblico ufficiale, con firme autenticate, per cambiare la legge elettorale. Ho chiesto che il nostro incontro venisse ripreso, anche con una semplice webcam, ma Schifani ha rifiutato. Bisogna dargli atto che è un signore riservato. L’ho solo intravisto da lontano, protetto dalle Forze dell’Ordine e da truppe anti sommossa. Ci è stato chiesto persino di non esporre alcuni striscioni per non urtare la sua sensibilità. Eravamo un centinaio di cittadini con l’elmetto, giacca e cravatta, tra cui Matteo Olivieri, il consigliere comunale 5 Stelle di Reggio Emilia e Giovanni Favia, candidato a consigliere regionale 5 Stelle per l’Emilia Romagna. Solo cento, ma siccome ognuno contava uno, sembravamo molti di più.
Cosa avrei detto a Schifani se lo avessi incontrato? Che questo Parlamento è incostituzionale in quanto non permette ai cittadini di scegliere il proprio candidato. E’ un Parlamento “nominato” dai segretari di partito che rappresenta solo gli interessi dei partiti, non degli elettori. I “nominati” alla Camera e al Senato sono stati assunti da Berlusconi, Bossi, Casini, Di Pietro e Fini. L’unico che non ha fatto mercimonio delle poltrone è stato Kriptonite Di Pietro. Negli altri casi in Parlamento hanno fatto finire di tutto, come in un letamaio: condannati in via definitiva, figli, amanti, nipoti, condannati in primo e secondo grado, mogli, avvocati e lacchè.
Non c’è democrazia senza rappresentanza e il Parlamento non rappresenta gli elettori. L’Italia è nelle mani di un’oligarchia anti democratica. Si parla di riforme condivise per non mandare in galera una sola persona, ma nessun partito chiede di rivedere la legge elettorale e restituire ai cittadini il controllo delle Istituzioni. Io non mi fermo e neppure i 350.000 firmatari di una legge che vuole reintrodurre la democrazia in Italia, che vuole eliminare i politici di professione come i coniugi Fassino o Mastella o Violante o D’Alema o Gasparri o Cicchitto, con un limite di due legislature, che non vuole condannati in via definitiva a fare le leggi. In un Paese normale queste sarebbero richieste normali, anzi non sarebbero neppure richieste. In un Paese democratico i parlamentari vengono eletti dal popolo, non da pochi individui fuori controllo che, come massima concessione, ti vogliono incontrare, ma solo in privato. Noi andremo avanti, lo faremo con Schifani, con la Corte Costituzionale, con la Comunità Europea e anche all’ONU se necessario. Il Paese deve essere restituito ai cittadini. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.