Napolitano e il pelo nell’uovo


Napolitano se potesse firmerebbe anche il lodo Craxi. Per il momento si porta avanti citando la Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo. Peccato che neppure lui possa cambiare il passato e, anche per l’Europa, Craxi è stato un ladro e nient’altro.
Né si può peraltro dimenticare che la Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo nell’esaminare il ricorso contro una delle sentenze definitive di condanna dell’on.Craxi ritenne, con decisione del 2002, che, pur nel rispetto delle norme italiane allora vigenti, fosse stato violato il “diritto ad un processo equo” per uno degli aspetti indicati dalla Convenzione europeaNapolitano alla vedova Craxi.
Peccato che se si va a leggere la sentenza della Corte Europea dei diritti umani si scopre che per tutti i punti tranne uno la Corte ritenne non esserci alcuna violazione e all’unanimità decise anche di non risarcire la famiglia. E’ vero che la Corte constata che questa procedura ha portato la violazione dell’articolo 6 paragrafi 1 e 3 della Convenzione; ciò nonostante questa mancanza alle esigenze di un processo equo era dovuta all’applicazione da parte dei giudici nazionali delle disposizioni legislative di portata generale applicabili a tutti i cittadini. niente nel dossier permette di pensare che nell’interpretazione del diritto nazionale o nella valutazione degli argomenti delle parti e degli elementi a carico i giudici che si sono pronunciati siano stati influenzati dalle la stessa Corte.” Andrea D’Ambra – Generazione Attiva