Il voto a punti

Il mausoleo di Arcore
(2:20)

Il Paese sta invecchiando e questa non è una novità. Il vertice del Paese è un gerontocomio e anche questa non è una novità. Presidente della Repubblica (85), presidente del Consiglio (74) e segretario alla presidenza del Consiglio Letta (75) insieme fanno una buona casa di riposo. Sono anziani proiettati verso l’eternità politica, termineranno il mandato con 90 o 80 anni sul groppone. Sono i rappresentanti di chi ha tutto da perdere, soldi, case, pensioni medio alte. Coetanei e garanti dei capelli bianchi in continua crescita demografica. I giovani, coloro che invece non hanno niente da perdere, quelli che una volta si diceva: “hanno una vita davanti” non hanno rappresentanti. L’opposizione è finta giovane, la Bonino, Veltroni, Bersani sono cariatidi della politica. Gente invecchiata sul luogo di lavoro (si fa per dire). Il futuro è gestito da politici che non lo vedranno mai (e quindi se ne fregano), votati da chi protegge il suo effimero presente. Propongo il voto a punti, in tre scaglioni: dai 18 anni ai 45 vale 2 punti, dai 46 ai 65 vale 1 e da 66 anni vale 0. I vecchi tornerebbero a fare i vecchi e a occuparsi dei nipotini e si inizierebbe a ragionare di futuro.
In Italia il confronto sociale non è tra classi, ma tra generazioni. La generazione con il culo coperto e la pensione garantita, spesso dal’età di 50 anni, e quella dei ragazzi a 800 euro lordi al mese, i più fortunati. La generazione politica collusa con le mafie, la massoneria, il clero e gli intrallazzi locali e la generazione senza partiti, senza voce, senza giornali, senza televisioni, senza lavoro che si è formata su Internet negli ultimi 5/10 anni. I vecchi del nucleare, degli inceneritori, della TAV, dei parcheggi, del cemento e dei danèe e i giovani delle rinnovabili, delle merci a chilometri zero e dell’informazione libera. La politica si dice è un’attività importante, complessa, difficile. e’ quindi opportuno vietarla a chiunque abbia compiuto i 65 anni, dopo una certa età ci si indebolisce, qualche volta si rincoglionisce. Non si può affidare il destino della Nazione a chi non è adatto ad affrontare la maggior parte delle attività umane, anche le più umili. L’età deve diventare un’aggravante soprattutto per le alte cariche, dalla presidenza della Repubblica alla Corte di Cassazione al CSM. Guardateli, sembrano mummie uscite dai sarcofaghi. L’anziano ha diritto a un periodo di riposo, prima di quello eterno, e i giovani a non averlo tra i coglioni per tutta la vita.