Paese di santi, navigatori e torturatori


Perché in Italia non è previsto il reato di tortura? Perché l’Unione Europea resta a guardare?
“Che cosa è successo in Italia dell’habeas corpus? Quel diritto che ogni uomo ha per nascita, anche in un carcere, anche in un ufficio di polizia, anche in una manifestazione di piazza, di essere rispettato dalle autorità di sicurezza o penitenziarie nella sua integrità psicofisica? Perché in Italia la tortura non è reato? Perché la gente può essere massacrata in carcere o negli interrogatori senza che nessun responsabile sia punito? Perché le sevizie di Genova si ammucchiano come reati abnormi e si aggiungono alle sevizie quotidiane subite da poveri Cristi deboli e indifesi che cadono nelle mani di sadici assassini in divisa che agiscono indisturbati? Cosa ha a che fare tutto questo con la democrazia e la civiltà? La Corte Europea si occupa di salvaguardare i diritti fondamentali dell’uomo, ma, sembra, agisce solo su richiesta. E allora, se una privata cittadina ha potuto essere ascoltata dalla Corte europea per una faccenda dopo tutto minimale e solo rappresentativa come quella del crocefisso, perché non salgono voci potenti e collettive verso la Comunità Europea, magari convogliate dal nostro solerte Grillo o da qualcuno di questi giuristi che tanto spesso dicono il loro parere richiesto o non richiesto? Perché non si può mandare qualche migliaia di firme all’UE affinché anche in Italia diventi reato il crimine di tortura, maltrattamento e morte perpetrato dagli organi di polizia o carcerari?” viviana v.