Ju tarramutu se reconosce pe quantu trojajo fa

Ju Tarramutu: il trailer
(2:18)

Il blog beppegrillo.it e il terremoto sono stati compagni di viaggio da subito con la testimonianza via Skype di Samanta Di Persio, l’autrice di questo libro che vive all’Aquila e fu tra gli sfollati di quella notte.
Il blog ha pubblicato decine di post, centinaia di video della Rete (alcuni censurati), migliaia di commenti di abruzzesi e non. Chi ha seguito il blog sa che il terremoto non c’entra nulla con i morti. Se fosse avvenuto in Giappone, dove le case antisimiche sono la normalità, non sarebbe morto nessuno. Se fosse stato ascoltato il ricercatore Giuliani dalla Protezione Civile non sarebbe morto nessuno.
Molte case sono state costruite con la sabbia, gli edifici pubblici sono stati tra i primi a crollare. La Procura sta indagando e il blog ne seguirà gli sviluppi. Il libro: “Ju Tarramutu” è un viaggio nell’incuria, nell’AntiStato. Il racconto di una tragedia che è solo civile, non naturale.

Un estratto dal libro:
“Mi sento di aver preso un impegno con i miei concittadini. Quando ho cercato le loro testimonianze per il libro… mi hanno raccomandato di scrivere, soprattutto la verità perché ciò che emergeva dai media era una realtà edulcorata. […]
Il pomeriggio del 6 aprile avevo fatto un giro per la città. L’Aquila era ancora una città viva, nonostante la tragedia avvenuta da poche ore. C’era molto traffico, le persone si spostavano a piedi alla ricerca di un posto dove passare la notte. Fatto oggi quel giro, ha messo in luce l’abbandono della città, un disinteresse amministrativo. La città è sporca, degradata, l’erba ormai è alta ai bordi dei marciapiedi. O meglio, sono palesi delle differenze. La parte dove si sono incontrati i grandi della Terra e dove si continuano a tenere conferenze è ben tenuta. Le zone secondarie, appartengono alla città dimenticata, la città fantasma.
È stato emotivamente difficile scrivere questo libro. Erano ancora vivi i miei ricordi. Inevitabilmente l’esistenza di settantamila persone è cambiata. Mi ritengo fortunata perché sono viva, perché la mia famiglia lo è. Un esperto mi ha confessato che se fosse durata (semplicemente) cinque secondi in più… ci sarebbero stati molti più morti, per non parlare se fosse avvenuta di mattina.
Le case si ricostruiscono. Ma incontrare coloro che avevano perso tutto, è stato straziante. La ferita è ancora lì fresca, lo scenario è davanti agli occhi. Il senso della vita è andato perso quella notte, e forse la Protezione Civile ne è in parte responsabile. In molti hanno ricordato che il 31 marzo si è riunita la Commissione grandi rischi presieduta da Barberi, con De Bernardinis per la Protezione Civile, il presidente dell’Ingv Boschi, il sindaco Massimo Cialente ecc. Il verdetto: “Nessun pericolo!“. Dal giorno seguente la televisione locale Tvuno trasmetteva una banda con un messaggio di tranquillizzazione per la popolazione. Del resto se i massimi esperti avevano detto tranquilli, come si poteva contraddirli? Personalmente non sono uscita alla scossa delle 23, perché pensavo fosse stupido scendere in strada per poi risalire. Pensavo all’indomani, alla giornata da affrontare. Mi rendo conto che gli esperti non hanno pensato nemmeno ad incrementare i ponti radio, tutti hanno avuto problemi di comunicazione.
Trecentosette essere umani non ci sono più. Qualcuno deve averli sulla coscienza.” Samanta Di Persio