Democrazia e antidemocrazia

Andrea Forgione
(3:22)

In Italia i partiti sono solo i celebranti della liturgia del potere. Attenti alle forme, ai rituali, agli statuti, ai regolamenti. Non hanno più programmi, ma personaggi senza spessore che si aggirano sui giornali e in televisione per giustificare la loro presenza. Senza i media non esisterebbero, e in effetti, non esistono. Sono una nostra proiezione, un’illusione. Rappresentano sempre più spesso la schiuma della società. Politici di professione, cultori della loro immagine, senza idee, figli di presunte ideologie.
I partiti sono morti, questi partiti: verticistici, immobili per necessità di autoconservazione. Tra qualche anno ci chiederemo, i nostri figli ci chiederanno, come l’Italia abbia potuto avere Veltroni e lo psiconano, Fassino, D’Alema, Bondi, la Carfagna, Mastella, La Torre, Dell’Utri, Cuffaro. Una galleria di mostri. Persone che hanno fallito in ripetizione e che vivono dei soldi dei contribuenti. E’ in atto una frattura tra gli italiani e i loro presunti rappresentanti. Una crepa che si apre ogni giorno di più. La delega in bianco non ha più senso, le contrapposizioni ideologiche sono ferrovecchi della Storia, come lo psiconano, reperto d’antiquariato sessuale e sociale. La televisione ha omologato, ha imposto un modello sociale. Questa Italia cialtrona, questi politici imbelli sono creature del piccolo schermo, della spartizione scellerata dell’informazione voluta da PD e PDmenoelle. Violante, cosa vi ha dato Berlusconi in cambio delle sue televisioni?
La Rete sta cambiando l’informazione, le coscienze dei cittadini. La politica si sta trasformando da delega in bianco a democrazia partecipativa. Le persone vogliono partecipare, controllare, contribuire. La Rete lo rende possibile. Le idee, i programmi, gli obiettivi al posto delle ideologie diventate la foglia di fico del Nulla e dell’espropriazione della politica. La risposta alla richiesta di democrazia sono l’arroccamento degli oligarchi e la sottrazione di ogni spazio ai cittadini, dai referendum, alle leggi popolari, alla votazione diretta del candidato.
Due forze sono in campo, la democrazia e l’anti democrazia. Quest’ultima sempre più evidente e ridicola, nel linguaggio e nell’aspetto. Dal’otto settembre 2007, dal primo Vday, in una giornata che un giornalista straniero definì come la maledizione pubblica di un popolo verso i politici, sono scomparsi molti partiti. Quelli che sono sopravvissuti si credono immuni dal cambiamento. Godono della scomparsa degli altri. Ma il tempo non fa sconti, e arriverà anche il loro turno. O cambiano, o scompaiono. Chi li controlla preferisce una lunga agonia a una rapida morte.
Un circolo del PD, “Martin Luther King“, mi ha dato la tessera. I vertici lo hanno subito disconosciuto. Faccio un appello a tutti i circoli del PD: fate outing, multitesseratemi, mandate a casa chi vi ha fatto perdere tutto, ma proprio tutto e che preferisce il ladro Craxi al galantuomo Berlinguer. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.