Quarta Stella: Connettività

Quarta Stella: connettività
(13:02)

*** BEPPE GRILLO TOUR LISTE CIVICHE 2009 ***
16 maggio 2009
ore 15.00 – Capannori, piazza Aldo Moro
ore 17.00 – Prato, piazza Duomo
ore 21.00 – Firenze, Teatro Sashall, via F. De André
17 maggio 2009
ore 17.30 – Follonica, piazza del Popolo
ore 21.00 – Livorno, piazza Cavallotti
continua…

Connettività gratuita per i residenti nel Comune è una stella delle Liste Civiche a Cinque Stelle. Maurizio Gotta di Anti Digital Divide è intervenuto a Firenze l’otto marzo sul tema della connettività. Quando la Rete si diffonderà in tutta Italia per questa classe politica sarà la fine. Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

Punti dell’intervento:
Italia senza connettività
La svendita di Telecom Italia
Politica e lobbies contro la Rete
Comuni connessi

Testo:
“Voglio parlarvi della situazione della connettività in Italia. Per motivi di lavoro sono stato per sei anni all’estero, una fuga del cervello, ma il cuore era rimasto qua e, per tornare dove era il mio cuore, sono ritornato e ho fatto forse la più grossa stupidaggine della mia vita.
In Paesi del nord Europa è assolutamente impensabile quello che succede nel nostro Paese: ho lavorato in Belgio, in Olanda e in Francia, non è neanche previsto, per esempio in un colloquio di lavoro, che ti venga chiesto se sai usare il computer: sarebbe come chiedere: “Sai leggere? Sai scrivere?“, questo non viene neanche chiesto, altrimenti se si scopre che qualcuno non sa utilizzare gli strumenti informatici gli si chiede: “Scusi, perché si è presentato al colloquio?“.

Italia senza connettività

Da noi purtroppo non è ancora così e ci sono tante ragioni: culturali, tecnologiche e infrastrutturali. Abbiamo creato un’associazione per fare vedere che non tutto quello che veniva reclamizzato nelle pubblicità di Telecom Italia e dei suoi concorrenti corrispondeva a realtà: nel nostro Paese il 25% circa dei Comuni, quasi tutti piccoli ma non tutti piccoli, sono senza connettività, che non sia una connettività parziale a 56 K.

La svendita di Telecom Italia

Come è possibile questo? E’ possibile perché abbiamo una delle reti telefoniche forse più antiche del mondo, che è stata costituita con la ex Sip Tel, poi diventata Telecom Italia, la quale Telecom Italia, come ben sapete, è stata privatizzata nel 1999. ma come è stata privatizzata questa azienda di importanza nazionale? E’ stata privatizzata praticamente svendendo l’azienda e i contenuti di quest’azienda e, tra i contenuti di quest’azienda, c’è la rete telefonica nazionale. In questa rete telefonica nazionale dal 1999 ad oggi non si fanno praticamente più investimenti di manutenzione o di allargamento di questa rete: cosa vuole dire questo? Vuole dire che chiunque abbia lavorato nel settore delle telecomunicazioni sa che mediamente c’è un 10% di apparati, sulla rete, che si guastano all’anno. Il budget di quest’azienda, da quando è stata privatizzata, praticamente prevede degli investimenti massimi in manutenzione del 2% e ciò vuole dire che ogni anni si guastano delle cose che non vengono mai più sostituite.
Il problema della connettività, a maggior ragione in un Paese come il nostro, che è schiavo dell’informazione televisiva e dell’informazione leggermente di parte da parte dei mass media, è ancora più sentito, perché personalmente per esempio sono una persona che guarda pochissimo i telegiornali e si informa moltissimo su Internet. Non tutti possono fare altrettanto, perché non tutti sono raggiunti dalla connettività a banda larga: perché non sono raggiunti dalla connettività a banda larga? Perché dicevamo che la nostra infrastruttura è abbastanza vecchia e perché non è stato ritenuto conveniente investire per ammodernarla. Ma perché non è stato ritenuto conveniente investire per ammodernarla? Perché poiché Telecom Italia è stata privatizzata alle condizioni che tutti conosciamo, ha praticamente assorbito il debito, come ha sempre spiegato molto bene Beppe, ha assorbito il debito che è stato necessario per finanziare l’acquisto. Per cui non è finanziariamente in condizioni di fare nuove coperture, di estendere la banda larga e di migliorare il servizio. Negli ultimi anni sono stati conclusi degli accordi con alcune regioni nei quali, a fronte di non si capisce bene quale meccanismo, le regioni hanno dato soldi pubblici a Telecom Italia per allargare la copertura Adsl. Telecom Italia ha ringraziato e ha portato delle connessioni, le cosiddette mini – Adsl, che sono delle connessioni con le quali, tanto per capirci, non è neanche possibile vedere per esempio dei video YouTube, perché anziché transitare sulla fibra ottica come transitano nelle grandi città, transitano invece sul doppino di rame tradizionale e, tanto per capirci, poiché queste centrali non saranno mai ammodernate, hanno utilizzato una tecnologia vecchia per cercare di fornire un servizio nuovo, ma purtroppo i risultati non sono assolutamente quelli sperati.

Politica e lobbies contro la Rete

Abbiamo un problema infrastrutturale, in alcuni casi si è cercato di superare questo problema utilizzando delle tecnologie alternative, come quelle legate al wireless e quindi, a partire dal 2005, è stato possibile cominciare a realizzare delle reti di connessione a Internet in modalità wireless e, mentre nel 2005 si autorizzava questo tipo di servizio, nel 2006  se non erro la Legge Pisanu, citata prima da Beppe, praticamente impediva ai cittadini la libera connessione ai servizi wireless, per cui tutti dovevano essere identificati con il documento d’identità. Avevamo pensato che potesse venirci in soccorso, come diceva giustamente in tanti dei suoi spettacoli, per esempio in Reset vedevo Beppe andare in giro con l’antenna Wi Max , abbiamo pensato che potesse venirci in soccorso il Wi Max. Si sono accorti che questo presentava un problema di libertà di scelta e hanno fatto una cosa molto semplice: una tecnologia che poteva essere in assoluto la più utile per superare questo tipo di problemi è stata semplicemente inglobata nel concetto di aste delle frequenze, che era già stato usato per la telefonia mobile, in modo tale che praticamente hanno tagliato fuori dalle gare l’80 /90% delle aziende che, sul territorio, però erano già in modalità wireless, per andare a assegnare le frequenze tramite gare a – non so se conoscete quest’azienda, tanto per dirne una – Telecom Italia e a altri, un altro paio di operatori che in realtà sono dei soggetti abbastanza strani, in quanto ricordano per molti versi le multinazionali dell’acqua, in quanto sono delle società che sono state create allo scopo di partecipare a queste gare e che hanno conoscenze tecniche praticamente pari a zero, ma capitali di rischio che hanno investito per avere queste connessioni.

Comuni connessi

Che cosa potete fare voi, che andrete a occupare dei posti di responsabilità nei comuni, come mi auguro? Anche perché non vorrei essere costretto nuovamente a emigrare, per cui nonostante Beppe non voglia accendere troppe speranze, io ripongo molte speranze in voi. Voi potete fare una cosa molto semplice: potete usare la tecnologia a vostro vantaggio e a vantaggio dei cittadini di cui sarete gli amministratori. Parlavamo prima del caso del Consigliere Comunale di Treviso che ha magnificamente implementato il sistema di comunicazione per il Comune, sappiate che se in un qualsiasi modo, anche incatenandovi ai ripetitori di telefonia mobile, insomma qualsiasi cosa vi venga in mente, riuscite a fare passare il concetto che a connettività è uno dei beni fondamentali nella società moderna, in questo modo potreste per esempio avere delle reti comunali dove il comune distribuisce la connettività gratuitamente agli abitanti, ai residenti, ma anche agli eventuali turisti: abito in una zona… abito nel sud del Piemonte, nelle Langhe e facciamo del buon vino, non abbiamo tanta connettività ma abbiamo tanti turisti. Vedo delle facce di turisti stralunati, loro arrivano nella nostra zona e dicono: “Ma come? Non avete il Wi-FI, non avete l’Adsl? Cosa avete i segnali di fumo? Come facciamo a mandare un’e – mail?“, gli fa: “No, ma mandi un fax“, “Un fax? Siete matti? Io vado in giro con il fax in vacanza?! No, io vado in giro con il portatile perché voglio trovare la connettività Wi – Fi“.
Insomma, voi potete fare molto: potete aiutare a predisporre queste reti civiche e, sulle reti civiche, vi accorgerete che può passare un’infinità di servizi, può passare la telefonia a costo zero; voi potete, con un semplicissimo software, che sia esso Skype o qualsiasi altro software di telefonia, potete fare in modo che i cittadini del comune che accedono gratuitamente alla vostra rete parlino gratuitamente tra loro. Ora capisco, magari mia nonna a 90 anni avrà delle difficoltà a capire come si usa Skype, però se le mettete in mano un telefono e alla parte tecnologica tanto ci pensa appunto la tecnologia, non c’è bisogno di sapere che sta usando Skype, mia nonna e le sue sorelle parleranno per un’ora, mia nonna si sentirà meno sola, le vostre mamme, le vostre nonne, i vostri amici si sentiranno meno soli e ci sarà modo di ammortizzare completamente questa spesa. Inoltre potete fare un uso veramente rivoluzionario di queste reti, se penserete per esempio a trasmettere e a diffondere gratuitamente, di modo che tutti possano captarle, le sedute del Consiglio Comunale, tanto per dirne una.
Se esiste una rete Wi – Fi comunale– sia essa gratuita o meno, in realtà sarebbe meglio che fosse gratuita: se non lo è, se ci sono dei costi va bene, si cercherà di assumerli in qualche modo – a cui tutti possono accedere, ovviamente andate con la vostra bella web-cam o con la vostra bella telecamerina, vi connettete al vostro telefono Wi – Fi e mandate in onda quello che sta succedendo o nel Consiglio Comunale. Insomma, le applicazioni sono tantissime: pensate, per esempio, al telesoccorso; è possibile, con le reti wireless, che tanto comunque hanno dei costi di installazione e di manutenzione estremamente bassi e possono tra l’altro essere sistemate quasi ovunque, è possibile avere un sistema che gestisce il telesoccorso, ossia la famosa nonna non si sente bene, schiaccia il bottone e, anziché partire la telefonata classica, magari in posti dove non arriva neanche il telefono o non prende neanche il telefonino, con la vostra antenna Wi – Fi della vostra rete comunale potete assistere anche questa persona in difficoltà. L’unica cosa che dovete sapere è questa – e lo sa bene, giustamente, Beppe – quando andate a toccare il settore delle telecomunicazioni è come se andaste, in un certo senso, a toccare il settore dell’acqua e dei rifiuti: andate a mettervi contro degli interessi veramente forti, perché chi comanda le telecomunicazioni in un Paese ha in mano tutto il Paese e quindi tenetevi stretti, siate saldi, cercate di pensare con la vostra testa, di informarvi, sappiate che, tanto per capirci, un ripetitore Wi – Fi emette circa venti volte meno onde elettromagnetiche rispetto a un telefonino che, quasi tutti, portiamo in tasca vicino ai gioielli di famiglia. Quindi per la loro natura questi tipi di onde, le onde del Wi – Fi, dell’iperlan e del WiMax sono delle onde che, se non sono ricevute direttamente a 30 cm di distanza, sono già attenuate in natura, per cui vi prego, non dormite con gli access point sopra la testa, ma per il resto non ci sono grossi rischi per la salute, fino a adesso. Se poi ci saranno ce lo diranno gli specialisti. Vi ringrazio e vi auguro di cuore di riuscire a riportare un po’ di legalità in questo Paese!”. Maurizio Gotta di Anti Digital Divide