Mal d’Africa

In dieci anni nel sistema bancario mondiale tutto è cambiato. Tranne l’Africa. Nel 1999 dominavano le banche americane e inglesi. Quattro nei primi quattro posti per capitalizzazione. Le banche americane valevano in borsa circa la metà delle banche esistenti.

Oggi al primo, secondo e terzo posto vi sono banche cinesi: Industrial & Commercial Bank of China, China Construction Bank e Bank of China. Le banche statunitensi e inglesi hanno perso due terzi del loro valore. Sono nati nuovi poli bancari, prima quasi inesistenti: il Brasile, il Canada, la Russia. l’India, l’Australia. Le banche si sono espanse in ogni continente (tranne uno), da fenomeno in prevalenza occidentale e anglosassone a una distribuzione planetaria.

Il capitale è arrivato ovunque, ma non in Africa. Un continente senza capitali e con enormi risorse. Chi ha il capitale compra le risorse, ma chi le vende rimane senza capitale e senza risorse. Dov’è il trucco? L’Africa ha subito il colonialismo, poi lo sfruttamento delle sue materie prime e oggi l’esproprio del suo territorio. La Corea e la Cina fanno shopping di immensi terreni agricoli africani, equivalenti a Stati europei. Il governo del Madagascar è saltato dopo una tentata vendita di parte del suo territorio alla Daewoo.
I soldi non si mangiano. Sono un bene immateriale, metafisico, che si può creare dal nulla. Il denaro si crea, le risorse si distruggono e l’Africa è un bene di consumo. Si ipotizza che il 30% delle riserve minerarie e metallifere del pianeta siano in Africa. Se fino ad ora dal continente africano sono stati depredati oro, diamanti, uranio, manganese, nichel e cobalto, in futuro si prenderanno mais, soia, grano per sfamare il mondo e lasciar morire di fame gli africani. Si compra la terra o la si affitta grazie a un governo corrotto, gli indigeni la lavorano, gli stranieri mangiano i suo i prodotti. Chi ha la terra e l’acqua vivrà solo se ci sarà una banca nazionale nei paraggi. Il capitale non si può mangiare ma è ottimo per affamare il prossimo.
Alle frontiere non è più necessario schierare gli eserciti, basta la capitalizzazione delle banche nazionali. Per combattere la guerra mondiale i titoli tossici di esportazione valgono più delle bombe atomiche. Li immetti nelle banche estere e lo Stato fallisce come è successo in Islanda, come sta per succedere in Ucraina. Solo il capitale può difenderci dal capitale in un sistema capitalista. Forse è il caso di cambiare sistema. In Italia mangeremo cemento, stiamo distruggendo la nostra agricoltura. in compenso non abbiamo capitali, ma debiti. Moriremo di fame, ma con le centrali nucleari, il Ponte di Messina e una stanza in più. Vuoi mettere la soddisfazione?
> Immagini di confronto concentrazione bancaria 1999-2009 dal Financial Times.

Ps. Giovedì 26 Marzo ci sarà l’inaugurazione dell’inceneritore di Acerra alla presenza del premier Silvio Berlusconi. I movimenti campani in difesa dell’ambiente e del territorio effettueranno un presidio in Piazza Castello ad Acerra a partire dalle ore 9.00.