Informazione di regime, informazione dei cittadini

La Stampa ha pubblicato un’intervista a Milena Gabanelli dal titolo:”Io non prenderei mai i soldi dei cittadini“.
“È facile dire community journalism, citizen journalism o frasi così, nell’Italia dilaniata dalla furia antipolitica, dalla sfiducia verso le caste, dalla percezione diffusa che i giornalisti altro che cani da guardia – cani da salotto, sono sempre più, del potere…E in definitiva, è davvero un mondo migliore quello in cui i giornalisti anziché esser pagati da editori – in Italia grandi gruppi economici, oppure lo Stato – prendono soldi direttamente dai cittadini che li leggono?
Milena Gabanelli, nella sua bottega di Report, ha fama di grande rompiscatole, e di giornalista proverbialmente vicina al suo pubblico. Non così vicina da farsi pagare dai suoi telespettatori, «questo non potrei accettarlo, perché anche così finirei al soldo di gruppi di interessi, anche i cittadini possono essere un gruppo di interessi. Noi di Report riceviamo tantissime proposte di sponsorizzazioni da comitati, i no tav, tanti comitati civici… Ma non è una cosa che potrei mai tollerare, se mi faccio pagare da un comitato danneggio sicuramente gli interessi di altri cittadini estranei a quell’interesse».
I partiti pagano (indirettamente) i giornalisti della RAI. Tra Cicchitto, parlamentare, e Riotta, direttore del Tg1, non c’è differenza, sono due impiegati di Berlusconi. Milena Gabanelli, una delle poche persone che fanno ancora giornalismo, non potrebbe farlo senza i soldi del canone dei cittadini e senza la benedizione di Topo Gigio Veltroni.
Cari giornalisti, i cittadini pagano sempre, anche quelli che non vi leggono o non vi guardano in televisione, ma l’informazione è decisa dai vostri padroni.
Il cittadino che informa su YouTube dello scarico di sostanze nocive nella Dora è un GIORNALISTA. I ragazzi che filmano i consigli comunali sono GIORNALISTI e per questo vengono querelati. I cittadini di Napoli che documentano on line le menzogne sulla spazzatura di Napoli sono GIORNALISTI. Non hanno editori che li pagano. Non sono “gruppi di interessi”. L’informazione è nelle loro mani, la verità non ha prezzo, mentre la menzogna costa sempre più cara.
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