La Settimana e Mina


Clicca l’immagine

La Rete, per ora, è ancora un ghetto. la politica la teme, la evita, la demonizza. La casalinga di Voghera e il notaio di Arezzo non si collegano a Internet. Non per colpa loro. Più di 3000 comuni italiani non hanno l’ADSL, negli altri 5000 in teoria c’è, si chiama ADSL, ma è spesso un doppino meno lento.
La televisione e i giornali vivono di sussidi statali, della nostra elemosina, di monopolio. Internet è il nuovo anticristo per i maestri di pensiero del Sistema, i cantanti alla catena, i giornalisti ignoranti. La Rete non si può fermare, ci proveranno con tasse, leggi ad retem, citazioni, denunce contro i blogger. Non ci riusciranno perchè il gioco è più grande di loro. Un gioco globale per dei provinciali della politica.
La Rete ci dà rappresentanza e costringe al dialogo e alla trasparenza i nostri dipendenti. La Rete va aiutata fuori dalla Rete. Per questo è nata la Settimana, una raccolta degli ultimi post con un editoriale e una vignetta e pubbilcata sul blog. Per questo ho prodotto i dvd con i contenuti dei due V-day che nessuno ha visto fuori da Internet, a parte alcuni spezzoni ad Anno Zero.
La Settimana è gratis, a parte la carta che è a carico vostro. La sua diffusione è stimata in circa 300.000 copie stampate. Non ha pubblicità. Un caso unico. Sto studiando una nuova versione per dopo l’estate.
Inviatemi i vostri suggerimenti per migliorarla e per diffonderla.
Ho raccolto i miei editoriali dei primi due anni della Settimana in un libro con le illustrazioni di theHand e una prefazione di Mina.

“Ce ne sono tanti, ormai. No, cambio avverbio: finalmente. Ce ne sono tanti, finalmente. Magari non hanno la stessa faccia, la stessa totale simpatia che ti prende per il collo, non hanno quella mitologica force de frappe che ha lui. Ma la forza dell’incazzatura è la stessa.
Ce ne sono tanti di Beppe Grillo. E aumentano a vista d’occhio. Basta non girare la faccia. Basta guardare. E basta ascoltare. Dicono, convinti, le stesse cose. E anche loro, nel loro piccolo, fanno proseliti. E così la pozzanghera si allarga e si allarga, diventa mare, acqua salatissima che finirà per bruciare quelle lingue esposte all’aria a farfugliare piccolezze. Tutti lo guarderanno, il mare, che si increspa con il vento, che vive di calme e tempeste, indifferente alle navi che lo solcano e ai piccoli ammiragli che credono di domarlo e, invece, lo devono assecondare per salvarsi.
Molti, oggi, per merito di Beppe e analoghi, hanno maggiori possibilità di riferirsi a due “qualunquistici” concetti come libertà e felicità, invece di adagiare la propria pigrizia su anacronistici ballottaggi tra il possibile e il conveniente.
E, mi ripeto, speriamo che, con tutto il dispendio di energia e forza e intensità e veemenza e impeto e potenza, Grillo non si debba fermare, come Forrest Gump, dicendo: “Sono un po’ stanchino”. Sarebbe un fallimento per tutte le goccioline che formano questo mare nuovo. E lo sarebbe anche per questa gocciolina. “Mina