Kenia in fiamme, politici abbronzati

I figli e gli eredi della prima Repubblica si scaldano, come lucertole al sole, nelle spiagge di Malindi. Bobo Craxi e la Melandri pasteggiano a champagne e aragoste. Forse li salverà la nostra aeronautica militare. All’interno del Kenia la situazione è più grave.
Molti kenioti contestano le ultime elezioni vinte da Mwai Kibaki contro il favorito Raila Odinga. Kibaki è di etnia Kikuyu e Odinga di etnia Luo. Le due etnie si stanno massacrando sotto gli occhi del mondo.
Il blog ha raggiunto telefonicamente il premio Nobel per la Pace, la keniota Wangari Maathai, che chiede l’intervento di tutti, anche nostro, per ristabilire la pace nel suo Paese.
Il politico Colajanni non può sottrarsi all’appello. La sua dichiarazione dopo gli stupri e gli omicidi ne rivela la statura internazionale: «Francamente….ce ne siamo fregati. Eravamo io con mia moglie, Chicco Testa e famiglia, Giovanni Minoli e la moglie Matilde Bernabei, Pietro Calabrese e pochi altri. Cena a casa mia sulla spiaggia a lume di candela».
Testo dell’intervista:
“Per capire le ragione dell’aggressiva protesta dobbiamo tornare all’inizio dello scorso governo, ricordando che ne facevamo parte insieme al partito di maggioranza. Formammo una coalizione e preparammo un Memorandum di intenti.
Ma sul memorandum non c’era accordo nella popolazione, c’era malcontento. Le parti non si accordarono sulla Costituzione e fummo costretti ad annunciare un referendum.
L’ultima fase dello scontro sono queste elezioni: coloro che avevano fatto la campagna elettorale contro il governo sono rimasti molto sorpresi quando la Commissione Elettorale ha annunciato la vittoria della fazione governativa.
Ci sono molte ragioni alla base della protesta: una è che il Movimento Democratico Orange (ODM) aveva molti parlamentari. Quasi tre volte quelli che ha adesso. Si aspettavano di avere più voti su scala nazionale. Secondo, l’annuncio del risultato è stato dato prima della fine dello scrutinio. Inoltre, il numero di coloro registrati al voto è inferiore al numero di voti raccolti, quindi qualcuno ha pensato che il voto fosse manipolato.
Il primo ministro inglese, Gordon Brown, è in contatto con i due leader, c’è quindi il supporto della comunità internazionale affinché le due parti dialoghino, e so che il nostro Presidente avrebbe rispetto del Presidente italiano, così come il Capo dell’opposizione: potrebbe essere detto loro di dialogare, di fermare le violenze, di lavorare per la pace. Sarebbe davvero auspicabile.” Wangari Maathai

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