La politica del Nulla

Il teatro è vuoto. Sul palco si agitano psiconani, ballerine e papponi. La solitudine del potere è palpabile nelle notizie che arrivano dal Nulla. E’ metafisica, non più marketing, è aria, aria fritta. Non ci sono spettatori in sala. Solo giornalisti in camerino per pezzi di onanismo. E’ la politica delle seghe. Recito, detto e mi leggo. I finanziamenti pubblici ai giornali aiutano l’eiaculazione.
Il potere lo hanno nel sangue e anche nel sangue del loro sangue. E’ una malattia ereditaria. I politici sono portatori sani che trasmettono virus. Senatori e deputati sono quasi sempre figli, nipoti, cugini di chi li ha preceduti. La vera casta è nel sangue, marrone e non blu. Il parlamentare porta il figlio a palazzo Madama per mostrargli il posto che gli lascerà in eredità. Il cittadino porta il figlio in banca per mostrargli i mutui che gli lascerà in eredità.
Il partito democratico sembra l’album delle figurine Panini. Il partito delle libertà il catalogo di Postalmarket. Il Nulla sta divorando la realtà. I media sono il primo potere, non più il quarto. Gli altri sono una sua creazione. I nostri dipendenti sono una sua creazione. Non esistono, sono solo il megafono di sé stessi, un disco che si è incantato.
Il costo della politica è un peccato veniale. Un bersaglio inventato per non discutere del problema reale: la classe politica. Un corpo estraneo al Paese. Poco o tanto che costi va mandata a casa. V-day. V-day. V-day.

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del 20 Agosto 2007