Il candidato unico

La notte del 30 luglio si è riunito l’ufficio tecnico del costituendo Partito Democratico. Su preciso indirizzo del candidato unico Uèltron (lui non lo ammetterà mai, ma è veramente unico) ha bocciato le candidature di Pannella e Di Pietro.
Uèltron ha dichiarato: “Più candidati ci sono meglio è”. L’importante è sapere quali. E saperlo prima. La poltrona si vince a tavolino. Altrimenti che gioco democratico è? I perdenti assoluti Adinolfi, Schettini, Colombo e Gawronski sono ammessi. I possibili vincenti, o comunque i rompicog….i, sono eliminati senza passare dal via.
Un partito unico con un candidato unico. L’ispirazione ai costituendi democratici è venuta leggendo Mein Kampf e studiando vecchi discorsi del Duce. Vincere senza partecipare è degno di un grande stratega. Vincere fingendo di far partecipare gli altri è degno di un grande Uèltron.
Il problema però non è politico. E’ tecnico. Sono stati i tecnici infatti a decidere i destini dell’Italia. I loro nomi sono meravigliosi. Sono i sette nuovi padri della Patria: Nico Stumpo, Roberto Agostini, Margherita Miotto, Nicodemo Oliverio, Rino Piscitello, Fausto Recchia, Francesco Graziano.
L’ufficio tecnico si è avvalso della preziosa collaborazione di Moggi, Geronzi e di velate allusioni di D’Alema. In due ore, prima della mezzanotte, ha deciso.
Poi tutti a farsi una magnata ai Parioli, tranne Pannella che ha iniziato uno sciopero della fame con un cappuccino scremato.
Ps: Previti non è più deputato, ne mancano ancora 24.

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