Tre tiri, cento euro

foto di Patrick Houlihan
I politici hanno cambiato strategia. Sono stanchi di sentirsi dire che non affrontano i problemi e che rifiutano il dialogo. Hanno deciso di metterci la faccia. Costi quel che costi. Sono i nostri John Wayne, ma con la scorta. Se ci sono dei fischi da prendere non si tirano più indietro. E’ la nuova politica. Il cittadino fischia Prodi per le tasse, prende a pugni la macchina di Bertolaso per la discarica, ingiuria Cuffaro per gli inceneritori, lo psiconano a prescindere, e si sente meglio. E’ come andare allo stadio, serve per sfogarsi. Certo gli italiani vorrebbero andare oltre, passare alle vie di fatto, ma questo, per ora, non è consentito.
La parola d’ordine è esserci, dare prova di virilità. Non è da tutti prendersi del pezzo di m..da e sorridere, sorridere. E spiegare che senso dello Stato vuol dire termovalizzare la popolazione, a qualunque costo con tumori vari. In diretta televisiva, Rutelli ci è riuscito. Sembrava Charles Bronson: “Please visits our incinerators.”
I giornalisti non sono da meno. Non gli par vero di descrivere politici veri, dei puri e duri. Forgiati in tangenti d’acciaio che sfidano la folla. La porcata, si chiami Val di Susa, indulto o bavaglio alle intercettazioni, si santifica con il contatto della gente. Sempre a debita distanza si intende. Il politico che ha il coraggio delle sue castronate è ammirabile, copertinabile, molto leccabile.
La forza pubblica è pagata per consentire ai politici questa azione di informazione popolare. Una volta li difendeva dalla mafie e dalle BR, oggi dai cittadini.
Vogliono rendersi simpatici i nostri dipendenti e il più timido va da Fiorello a cantare. Invece che dai giudici.
Suggerimento per la riduzione del debito pubblico:
dotare i Luna Park di baracconi statali per il tiro di barbabietole e cavolfiori al politico invitato per l’occasione. Cento euro, tre tiri. Per Mastella duecentocinquanta. Ci sarebbe la fila da Milano a Roma.

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del 18 Giugno 2007