Chernobyl mon amour

immagine da National Geographic
La vera rivoluzione sovietica comincia ora. Aeroflot vuole l’Alitalia. Avremo hostess russe, e fin qui va bene, ma anche aerei Tupolev, e qui dobbiamo toccarci prima dell’atterraggio. L’Enel, per contraccambiare, investe in reattori nucleari sovietici più vecchi di quello di Chernobyl. L’innovazione quando arriva, arriva. E in Italia, lo sappiamo, non arriva mai. Ma il 30% dell’Enel è dello Stato e i cittadini italiani, dopo Chernobyl, hanno votato un referendum contro il nucleare.
Ricordiamolo con la petizione di Greenpeace al dipendente Prodi al suo rientro dal Giappone. Non vorrei che passando per Hiroshima si sia montato la testa.
Lettera di Greenpeace:
“Doppia protesta di Greenpeace oggi contro la decisione dell’ Enel di investire 1,8 miliardi di euro per il completamento di due reattori nucleari a Mochovce, in Slovacchia.
Gli attivisti italiani hanno distribuito oggi di fronte alle sedi delle banche nelle principali città italiane degli ironici fac-simile della pubblicità dell’Enel in cui si mostra come in realtà anziché investire sull’innovazione, si investe in una centrale di tecnologia sovietica addirittura precedente al disastro di Cernobyl. “La vera rivoluzione è tornare al nucleare. Sovietico.” si legge nel depliant distribuito oggi.
In Europa Greenpeace ha protestato anche di fronte alle ambasciate italiane in Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria e Bulgaria.
Nella lettera inviata al governo italiano si sottolinea come l’Italia, che ha chiuso le proprie centrali con un referendum non possa esportare all’estero il rischio atomico. Il governo è infatti l’azionista di riferimento di Enel, con una quota di circa il 30 per cento.
Le critiche principali al progetto riguardano la scarsa sicurezza ma anche la discutibilità economica. A Mochovce verrebbero realizzati due reattori sovietici VVER-440/213, la cui progettazione risale alla fine degli anni Settanta. I reattori sono ben al di sotto degli attuali standard di sicurezza e difficilmente verrebbero autorizzati in gran parte degli stati europei. Per esempio non dispongono di un doppio guscio protettivo in caso di impatto con un aereo. Non solo, per Greenpeace c’è anche un problema di legittimità, perchè il progetto era stato autorizzato nel 1986 dall’allora governo comunista senza nessuna valutazione d’impatto ambientale, nè il coinvolgimento dell’opinione pubblica. Ancora oggi il ministero dell’ambiente slovacco si rifiuta di avviare una valutazione d’impatto ambientale…”
“Il prossimo mese l’Enel dovrebbe prendere la decisione finale su Mochovce e Greenpeace ha lanciato una petizione via web per chiedere a Prodi di abbandonare subito questo progetto.”
Testo completo Greenpeace