Un appello di Gino Strada

In Italia anche le storie a lieto fine finiscono male. E’ solo questione di esperienza politica. Quella della trasparenza e dei servizi a cui si ispirano da sempre Cossiga e D’Alema. Il Governo chiede a Gino Strada di salvare Mastrogiacomo. Strada accetta, vola a Kabul dal Sudan, è stimato dalla popolazione afghana, restituisce il giornalista alla famiglia. Senza il suo intervento avremmo un decapitato in più a cui dedicare una piazza. E ora? Il manager dell’ospedale di Lashkargah, Rahmatullah Hanefi, che ha trattato con i rapitori è stato incarcerato dal governo afghano. L’interprete Ajmal è in mano a un gruppo di talebani. Di queste due persone sembra non interessare nulla a nessuno. Liberato il Mastrogiacomo, gabbato lo Strada.
Il Governo ha adesso altre priorità e tratta Gino Strada come una donna di facili costumi. A cui si può chiedere tutto, ma lontano da sguardi indiscreti. Cossiga ha detto che Emergency è vicina a Al Qaeda. Un po’ come dire che la Democrazia Cristiana di Andreotti, Piccoli e Zaccagnini era contigua alle Brigate Rosse durante il sequestro Moro. Che però non è tornato. Allora c’era il partito della fermezza, oggi quello del riscatto con destrezza.
Nessuno vuole trattare con i talebani, o comunque li si voglia definire, alla luce del sole. Ma la pace si può negoziare solo con i nemici. O forse si spera di sterminarli prima delle trattative?
Ecco la lettera di Gino Strada.
Caro Beppe,
siamo angosciati per la sorte di Rahmatullah Hanefi, responsabile afghano dell’ospedale di Emergency a Lashkargah.
All’alba di martedì 20 è stato prelevato dai servizi di sicurezza afghani. Da allora nessuno di noi ha potuto vederlo né parlargli, nemmeno i suoi familiari. Non è stata formulata nessuna accusa contro di lui e non esiste alcun documento che ufficializzi la sua detenzione. Per ora: perché chi lo detiene ci ha fatto capire che le accuse, e le prove, si possono inventare.
Alcuni afghani, che lavorano nel luogo in cui Rahmatullah Hanefi si trova rinchiuso, ci hanno detto che si trova nella stanza degli interrogatori, dove lo stanno torturando con i cavi elettrici. Rahmatullah Hanefi è stato determinante nella liberazione di Daniele Mastrogiacomo, facendo tutto e solo ciò che il governo italiano, attraverso Emergency, gli chiedeva di fare. Per questo Prodi mi ha più volte promesso di fare tutto il possibile per farlo tornare con noi. E invece sembra che tutto il possibile non sia stato fatto. Forse nemmeno una parte.
Chiediamo con forza l’intervento del Governo italiano, perché chieda ad alta voce la immediata liberazione di Rahmatullah Hanefi. Un amico, un prezioso collaboratore, che ora si trova in pericolo.” Gino Strada

Ps: troverete tutti gli aggiornamenti su PeaceReporter, le schede di Rahmatullah e Adjmal, le foto, e le ultime notizie sulla vicenda .