Stati Mafiosi d’Italia

Campania, Calabria e Sicilia hanno già avviato e concluso la loro secessione. La Puglia è in lista di attesa. Sono ormai governate da movimenti secessionisti con il consenso di parte della popolazione. Hanno decine di migliaia di uomini armati. Trattano, tanto per dire, la vendita di armi con l’ETA dei Paesi Baschi e con altri movimenti internazionali. Importano ed esportano merci per miliardi di euro. Comprano quote di banche e assicurazioni in tutto il mondo. Costruiscono grattacieli e città. Gestiscono i politici come dei taxi. Si fanno portare e poi pagano la corsa. Qualche volta fanno fuori anche il tassista. Controllano tutto. Territorio, economia, politica. Con discrezione e, quando serve, con le maniere forti.
Se una volta ci si chiedeva quanti ministri e deputati erano in quota alla cosiddetta criminalità organizzata, oggi questa domanda non ha più senso. Non è più criminalità, ma una forma diversa di Stato. Può non piacere, ma è così. E non ha più bisogno di farsi rappresentare da nessuno.
La Lega parlava e comiziava e al Sud facevano i fatti. Bossi deve cambiare strategia. Istituire la ‘ndragheta della Madunina. La Sacra Corona delle valli bergamasche. La Camorra di San Marco. Cosa Nostra Piemunteisa. Senza referendum. Senza dare troppo nell’occhio. Si faccia dare qualche consiglio in una delle cene di Arcore. In quattro-cinque anni anche il Nord sarà criminalizzato e libero.
Un Governo centrale di coordinamento sarà comunque necessario per evitare conflitti di interessi sanguinosi. Una Cupola Parlamentare degli Stati Mafiosi d’Italia. Dei ministeri ne terrei uno solo, quello della Giustizia insieme al suo attuale inquilino. Un ministero di garanzia.

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del 20 Novembre 2006