Sei ottobre 2006: ‘Free Information Day’

Oggi è un gran giorno per l’informazione. Scioperano infatti i giornalisti. I megafoni dei gruppi economici e dei partiti per un giorno riposano. C’è, ve ne sarete accorti, un senso di pace in giro. E come se, all’improvviso, si fosse interrotto un fastidioso rumore di fondo. La controinformazione tace. Un giorno così merita di essere istituzionalizzato. Deve diventare, questo sei ottobre, il giorno della libera informazione. Da celebrarsi ogni anno. I giornalisti non sono liberi, loro lo sanno, noi anche. Lo stipendio lo prendono dall’editore. E l’editore ubbidisce agli azionisti e agli inserzionisti. Queste due figure possono anche coincidere. I giornalisti tengono famiglia, editore e azionisti. Vanno perciò interpretati.
Oggi è il turno di Paola Pica, giornalista del Corriere della Sera, sezione Economia, che ha fatto un’analisi del riassetto del gruppo Telecom.
Titolo: Il Riassetto. La Pirelli stacca il maxi assegno. E sale all’80% di Olimpia.
Data: mercoledì 4 ottobre
Testata: Corriere della Sera
“Marco Tronchetti Provera riparte da Olimpia e dai piani alti della filiera che porta a Telecom con l’obiettivo di dotare il gruppo di un assetto adeguato”
va letto:
“Marco Tronchetti Provera dopo essere uscito da Telecom come presidente rischia di uscire anche come azionista e deve dotare le sue scatole cinesi di un assetto adeguato. Le scatole cinesi, non il gruppo Telecom”
“Il primo passo, di sicuro il più oneroso, il presidente di Pirelli lo compie oggi staccando un assegno da 1,17 miliardi per liquidare come previsto dagli accordi … le due banche, Intesa e Unicredit, fin qui azioniste di Olimpia”
va letto:
“Intesa e Unicredit hanno mollato Tronchetti e hanno preteso come previsto dagli accordi il pagamento delle azioni Telecom al valore del 2001, più o meno il doppio di quello attuale”
“L’addio alle banche avrà un impatto sulla posizione debitoria di Pirelli di 1,04 miliardi … per compensare l’aumento dell’indebitamento la Bicocca ha già varato alcune operazioni straordinarie fra cui la cessione del 39% di Pirelli Tyre per 740 milioni e la dismissione di partecipazioni, fra cui quella in Capitalia…”
va letto:
“Tramontata la vendita di Tim che avrebbe consentito di ripianare i debiti, la Pirelli è costretta a vendere, vendere, vendere. Come ha fatto Telecom in questi anni. La strategia del rigattiere”
Il titolo Pirelli è salvo grazie al maxi-assegno e alla proprietà dell’80% dei debiti di Olimpia.
Se la pubblicità ingannevole è un reato, l’informazione ingannevole lo è molto di più. Va penalizzata. E i danni li devono pagare le società azioniste dei giornali, le vere mandanti.
Ps: l’iniziativa shareaction continua. Cliccate e delegate.