Religioni, guerra e petrolio

Non mi interessa sapere chi ha torto o ragione: gli hezbollah, i palestinesi o gli israeliani. In Medio Oriente si sta consumando una miccia da decine di anni, una miccia che potrebbe far saltare una polveriera. Una terza guerra mondiale. Si dice che Israele abbia le atomiche, forse 100, puntate sui Paesi arabi. Se venisse messa in pericolo la sua esistenza non esiterebbe ad usarle. L’Iran avrà, o forse ha già, l’atomica. Chi controlla il Golfo Persico controlla i flussi di petrolio e l’economia mondiale. La Cina ha un disperato bisogno di petrolio per sostenere il suo sviluppo. La Cina ha un atteggiamento benevolo verso l’Iran che è accusato di armare il gruppo degli hezbollah in Libano insieme alla Siria.
Nel frattempo Israele distrugge la sede del governo palestinese e prende in ostaggio un po’ di ministri, bombarda Beirut e impone il blocco aeronavale.
E l’Italia è qui, in mezzo al mare, portaerei americana sempre più armata, come sta avvenendo a Vicenza. Io sono preoccupato, e voi?
Se c’è una situazione in cui l’Onu deve intervenire è questa. Vanno create zone cuscinetto tra Palestina, Libano, Siria e Israele presidiate dai caschi blu. Israele avrà tutte le ragioni a sentirsi in pericolo, ma se ogni nazione bombardasse un paio di Stati confinanti il mondo precipiterebbe nella barbarie. Accetto che Israele sia più a rischio di altri, l’Olocausto e tutto il resto. Ma ora il problema è mondiale, siamo tutti in pericolo. Credo che sia necessaria una nuova Conferenza per la pace in Medio Oriente per trovare una soluzione. Stare a guardare è troppo pericoloso.