La Voce della Val di Susa/12

Una bella lettera dal sindaco di Condove in Valle di Susa sulla vita a bassa velocità.
“Caro Beppe,
mentre in giro per l’Italia giornalisti e ministri straparlano di argomenti che conoscono poco e male, usando frasi finte e fatte, ormai logore e consunte (“la TAV in Valle di Susa è irrinunciabile”, “è per lo sviluppo del Paese”, “serve per restare agganciati all’Europa” e bla bla bla) noi, montagnini testardi-nullafacenti-sfaccendati-anarcoisurrezionalisti ecc ecc ecc continuiamo pian piano sulla nostra strada, persuasi non solo che un altro mondo è possibile, ma che è anche accessibile, nascosto lì, dietro l’angolo.
Un esempio? Stasera con alcuni Comitati NO-TAV ci troviamo da me, in Comune, per provare a disegnare nuove prospettive per le economie locali in Valle, per parlare di agricoltura biologica e di decrescita, di consumi consapevoli, di finanza etica e di cooperative…
Un altro esempio? Venerdì, alle 8 del mattino, partiamo da Venaus, a piedi.
“Partiamo” chi? “Noi”, quelli che vogliono muoversi a velocità d’uomo e non a velocità di profitto. Quelli che dicono No al TAV, ma SI al treno (possibilmente pulito, sicuro e in orario).
Quelli che nei mesi scorsi hanno guadagnato le prime pagine dei giornali, perché, prendendosi anche le botte, hanno avuto la sfrontatezza di “bloccare il Progresso e il Paese”. Così ci è stato detto. Quelli che negli ultimi 15 anni, senza guadagnarsi le prime pagine dei giornali, hanno silenziosamente lavorato per salvare non solo il proprio orto, il proprio cortile, ma anche il portafoglio degli italiani
Partiamo per andare dove? A Roma, ovvio.
Per far che? Per incontrare Prodi, dopo 15 giorni di cammino. Ma soprattutto per incontrare altra gente, in altri cortili. Per vedere altri orti. Per scambiare idee e per raccogliere dati. Per sedersi attorno ad un tavolo, mangiare pane e formaggio con chi vorrà ospitarci, lungo la strada, e ribadire quanto ti scrivevo sopra: che un altro mondo è possibile, accessibile e -aggiungerei- anche moralmente doveroso.
Ma per far tutto questo ci serve una velocità a nostra misura. Bassa, non alta. Velocità d’uomo, appunto. Avevo già spiegato a Prodi, quando ancora non era Presidente, ma scriveva Programmi nella sua Fabbrica, che a nessuno piacerebbe vivere in un corridoio, neppure se si chiama Corridoio 5… Giovedì, se davvero sarà confermata la convocazione del Tavolo politico, e se farò parte della delegazione, proverò a rispiegare ancora una volta il concetto…
Non so se “a sarà dura”, ma io continuo ad essere convinta che ce la possiamo fare. (ciao e grazie per quel che fai).
Barbara Debernardi – sindaco di Condove

Scarica "La
Settimana" N°25
del 26 giugno 2006