Musica per organi caldi

Vignetta di: Ciccio de Luca
I cinesi sono tremendi. Ci fanno una concorrenza spietata e mentre noi siamo qui a cercare di difendere le nostre canottiere dietro quote e dazi, riescono a venderci di tutto.
In questi giorni a Londra e New York (ma anche Atlanta e Tampa, sempre negli USA) è possibile visitare una mostra in cui sono esposti corpi e organi umani a fini didattico-scientifici. La società organizzatrice ha sborsato 25 milioni di dollari per ottenere questi esemplari dalle università cinesi.
E c’è di più. Mentre in Italia bisogna aspettare più di tre anni per un trapianto di rene e un paio d’anni negli Stati Uniti, c’è chi con poco più di 100.000$ ottiene subito un trapianto a Shangai. Con un buon broker si può scendere a 70.000. Se si pensa che ogni anno in Cina le esecuzioni capitali possono arrivare a quota 8.000, si comprende il giro d’affari.
Vista la scarsità di volontari in patria, il turismo dei trapianti è diventata una realtà importante. Da qui l’idea geniale del premio Nobel Gary Becker (anche Ciampi gli ha conferito una medaglia d’oro nel 2004): “legalizziamo il mercato degli organi”.
Il professore di Chicago è il principale sostenitore dell’estensione dei concetti economici all’analisi della società, dalla criminalità alla famiglia.
Insieme a un collega di Buffalo, Julio J. Elias, ha calcolato che oggi come oggi il prezzo di un rene potrebbe aggirarsi intorno ai 15.000$ e 35.000$ quello di un fegato.
Come dice Becker, con i giusti incentivi si arriverebbe a un mercato libero in cui i prezzi degli organi si abbasserebbero a livelli tali da eliminare l’eccesso di domanda per ogni tipo di organo.
I nostri nonni dicevano che la cosa più importante è la salute. Tra i Paesi sviluppati gli Stati Uniti, dopo la Lettonia, hanno il peggior tasso di mortalità infantile nei primi giorni di vita (l’Italia galleggia dall’altra parte della classifica). E la mancanza di assicurazione contro le malattie causa ogni anno 18.000 morti (46 milioni di cittadini statunitensi sono senza copertura sanitaria).
Quest’America di Bush non mi sembra il miglior posto al mondo dove nascere, anche se lì sanno davvero quanto vali… almeno da morto.