Rapimenti (costosi?) a lieto fine

La storia si svolge sempre nello stesso modo:

– alcuni turisti italiani, di solito fuori stagione per risparmiare, partono per le vacanze
– scelgono un Paese a scelta tra Iraq, Sudan, Yemen, Iran, Giordania o Siria
– vengono rapiti
– i giornali ne parlano per giorni in prima pagina
– i rapitori dettano le condizioni
– la Farnesina rassicura gli italiani
– la Farnesina giura che non pagherà alcun riscatto
– gli ostaggi vengono liberati
– i parroci suonano le campane
– gli ex ostaggi vengono intervistati dai giornali in prima pagina
– gli ex ostaggi vengono fotografati con un ministro, sempre sorridente, del Paese di turno
– gli ex ostaggi ritornano in Patria a bordo di un aereo dell’aeronautica militare
– gli ex ostaggi vengono intervistati al loro rientro dai giornali (prima pagina) e dalle televisioni
– il governo italiano esprime soddisfazione
– la Farnesina giura di non aver pagato alcun riscatto.

La parola del nostro Ministro degli Esteri non può essere messa in discussione.
Però, per toglierci anche il più piccolo dubbio, suggerisco una nuova regola: chi va in vacanza in Paesi a rischio si assicura contro il rapimento prima di partire.
Il riscatto lo paga la sua assicurazione.
Se poi non volesse assicurarsi e partire lo stesso dovrà cedere il quinto dello stipendio allo Stato che potrà pagare alla luce del sole il riscatto, e rivalersi in seguito con tutto comodo.