La voce del padrone

Leggo sui media che questo è un blog di contro informazione, l’ho detto anch’io qualche volta,
ma questa parola non mi piace più.

La contro informazione la fanno loro, i buoni vecchi media, con in prima fila le televisioni.
Io e voi, con i vostri interventi, facciamo informazione, o almeno ci proviamo.

Non c’è nessuna differenza tra realtà e informazione,
la realtà è quello che sai.

Per questo insisto che oggi la battaglia più importante è tra informazione e contro informazione, tra la possibilità di scegliere liberamente e quella di essere ipnotizzato, indotto a fare una scelta.

Credo che si sia tutti d’accordo che la contro informazione non debba essere al servizio di interessi economici.
Ma invece lo è.

Chi sono i proprietari del corrieredellaseralastampamediaset?
Voi che leggete i giornali e ascoltate la televisione? O chi li possiede?
Pensate che il Corriere possa dire come stanno le cose su Tronchetti e sulla Telecom Italia o che la Stampa sia obiettiva sul futuro della Fiat o che i canali di Mediaset ci raccontino la verità sulle vicende giudiziarie del nano portatore di interesse (la battuta è nel discorso di Follini che si è dimesso oggi)?

Dato che nessuno sano di mente può credere che i media ci dicano la verità,
quelle rare volte che succede la ignoriamo.

Dal che deduco che la contro informazione in Italia ha vinto.
Ha vinto perché l’informazione è ignorata.

Hanno vinto gli interessi personali, di gruppo, di partito.
Un’informazione contraria a questi interessi è annullata dalla maggioranza cittadini che, infatti, non la prende neppure in considerazione.

Faccio un esempio: Franco Battiato ha denunciato sul Corriere della Sera di domenica scorsa brogli elettorali a favore del Polo nelle ultime elezioni a Catania:
Voti venduti e comprati. Trucchi. A un mio amico pittore hanno dato una scheda già votata: Scapagnini, naturalmente. Lui ha protestato, gli hanno dato dell’imbroglione, ha reagito. Altri, forse hanno subito. La sinistra queste cose le sa, ma chissà perché non le dice”.

In un Paese normale si dovrebbe aprire un’inchiesta.
Da noi si legge la notizia con leggerezza, distrattamente, e si volta pagina.