I dipendenti-padroni

Sul Corriere della Sera di oggi il nostro dipendente Casini con in bocca un sigarone ci spiega che è un diritto suo e dei suoi sodali cambiare la legge elettorale.

Cosa non farebbe per non essere licenziato per giusta causa.

Dobbiamo ancora ricordargli che è un nostro dipendente? Che la settimana scorsa ha ricevuto decine di migliaia di email di licenziamento? Che la legge elettorale cosi com’è ora è stata votata da noi, suoi datori di lavoro, attraverso un referendum? Che la Costituzione non gli dà alcun diritto, anzi, il contrario, visto i tre rilievi fatti da Ciampi sulla proposta di legge elettorale?
Che la legge serve solo a salvare il c..o ai nostri dipendenti al governo, come lui sa molto bene.

Questa legge, questo golpino di stato non lo vuole nessuno, non i cittadini italiani, non la Confindustria, non il buonsenso, non la Costituzione.
E allora? Dobbiamo essere irrisi dai nostri dipendenti, pagati dalle nostre tasse e retribuiti anche da chi di noi guadagna solo 700 euro al mese?

Questi per paura di essere licenziati si fanno una legge, cambiano le regole del gioco.

Il Parlamento è nostro, non loro. Io dico che adesso questi dipendenti non hanno più il diritto di legiferare al posto nostro.

un suggerimento ai deputati onesti, e anche ai sindaci con la loro fascia, impeditegli l’accesso in Parlamento con una catena umana all’ingresso.

Il Paese vi seguirà.

Mandiamoli in una bettola a legiferarsi da soli.