Odio ai velisti

Odio i velisti, come ti guardano con disprezzo sei hai una barca a motore.

Odio i velisti atletici, abbronzati, magri.

Odio il loro stile di vita, come si vestono, le loro scarpe di Prada.

Odio quando sbarcano in 8 o 10 e bevono birra al pub parlando di fantomatiche tempeste.

Odio il loro “amore” per la natura e per il vento: il 90% di loro va sempre a motore e quando c’è vento stanno sempre in porto.

Odio le traversate alle 5 del mattino, la vela scuola di vita e l’importante non è arrivare ma il viaggio.

Odio i velisti quando si gonfia il fiocco, la randa, lo spinnaker, il genoa. Li odio quando cazzano, lascano la bolina, l’albero in carbonio.

Odio le regate a Porto Cervo, le serate di gala, gli sponsor scritti sulle vele (i peggiori).

Odio le trasmissioni tv e soprattutto i giornalisti-velisti sportivi.

Odio i navigatori solitari, con il cellulare satellitare gps e radar giapponese, al contrario dei piu grandi navigatori della storia (ad esempio i fratelli Amoretti, figli di uno dei piu grandi navigatori solitari, che hanno attraversato l’oceano su una macchina senza motore riempita di polistirolo, senza telefono e vele).

La vela è diventata qualche cosa di diverso. E’ un videogioco, non è più avventura o sport. Ecco perchè oggi i campioni del mondo sono gli Svizzeri.