Il business degli embrioni

Sulla procreazione assistita e sul destino degli embrioni sento di tutto.

Per denigrare chi è di parere contrario, alcuni uomini di questo governo hanno affisso manifesti con la fotografia di Hitler.
Per criticare alcuni contenuti della legge 40, partigiani del sì all’abrogazione hanno detto che la legge è “antiscientifica”.
Mi sento a disagio in compagnia sia degli uni sia degli altri.

Quelli che tirano sempre in ballo il nazismo quando si parla di donne nel dramma di una gravidanza non desiderata oppure di una desiderata ma non ottenibile sono sempre maschi e sono sempre indecenti.

Chi parla di legge “antiscientifica” ha le idee confuse sulla scienza. La scienza è un metodo, non una morale. Con metodi perfettamente scientifici sì può perseguire un obiettivo perfettamente immorale. Una legge che lasciasse fare agli sperimentatori tutto quello che vogliono, non è una legge più “scientifica”. Per esempio sarebbe perfettamente scientifico e utile usare cadaveri freschi nei crash test delle automobili. Non farlo non è “antiscientifico”. E’ una scelta morale.

La popolazione umana si è raddoppiata due volte in un secolo. Entro cinquant’anni aumenterà di altri 2-3 miliardi, rendendo ancora meno vivibile un pianeta sovraffollato. Vale la pena applicare sempre più artifici per aumentare la fertilità umana, quando invece sarebbe ragionevole diminuirla un po’?

La procreazione sta diventando sempre più un business, con specialisti, tecnologie e capitali crescenti. Siamo sicuri che il nostro futuro stia meglio nelle mani degli Antinori che in quelle delle levatrici?
Capisco chi desidera più un figlio proprio che un figlio adottato. Ma per soddisfare questo desiderio vale la pena di applicare ogni artificio per far nascere un nuovo bambino quando ci sono già milioni di orfani che si possono adottare?

L’identità di ognuno di noi comincia nei pochi secondi in cui si uniscono il gamete femminile e quello maschile, non dopo. Lo dice la scienza, non la religione. A me inquieta che nella storia di qualcuno di noi, uno abbia passato qualche anno a meno 200° nell’azoto liquido. Dicono che non fa danno. Ma lo dicevano anche di tutte le cose poi scoperte dannose.
La vita è un fenomeno tiepido, che si sviluppa su un pianeta tiepido. La vita umana si sviluppa in una pancia tiepida. I 200° sotto zero preferirei evitarli.

Un embrione su due è abortito spontaneamente. Quelli che negano una differenza tra embrione e figlio partorito, dovrebbero raccogliere questi embrioni e fargli il funerale. Perché non lo fanno?

Quando comprate una banana o un fiore delle piantagioni dell’America latina li pagate così poco anche perché sono prodotti con tanti pesticidi, a cui sono esposte molte lavoratrici incinte, che subiscono una percentuale molto alta di aborti da pesticidi. Coloro che hanno a cuore gli embrioni, hanno mai protestato contro questo fenomeno? Vi hanno mai detto di comprare banane e fiori del commercio equo invece di quelli a buon mercato?

C’è una sola persona che può prendere la difficile decisione di far morire un embrione o un feto: la loro madre. Non vorrei che anche le industrie farmaceutiche avessero la parola sul destino di molti embrioni e li usassero come materiale da esperimento. Non serve evocare il nazismo. Mi fa già abbastanza paura il business.